CR hanno errori comuni (vv. 26, 30), e inoltre il mos ditz di R del v. 28 richiama l’un dich di C, mentre tutti gli altri mss. hanno un mot (T un motz, Em motz); ma sia C (vv. 2, 3, 6, 7, 10, 11, 12, 14, 15, 16, 18, 22, 23, 24, 26, 31, 32, 35, 43, 44, lacuna della str. VI) sia R (vv. 2, 3, 7, 9, 10, 14, 15, 16, 21, 22, 23, 27, 39, 41, 43, 44, 46, 51) hanno errori e lacune individuali. R, poi, ha errori comuni con T (vv. 9, 37) che, a sua volta, da una parte presenta errori individuali (vv. 2, 3, 6, 8, 11, 14, 20, 21, 23, 24, 31, 35, 38, 44, 46, 48, 49, 50) e dall’altra è imparentato con E (vv. 9, 22, 43, 48, 51) caratterizzato anch’esso da errori particolari (vv. 5, 6, 7, 11, 21, 25, 32). V si differenzia da CRTEm per errori suoi propri (vv. 5, 6, 7, 10, 14, 15, 21, 27, 28, 31, 34, 36, 37, 40, 42, 45, 50, 51). m, infine, ha errori individuali (v. 33) e comuni sia con V (vv. 30, 51) sia con C (v. 28). Non indicativo è infine un errore comune a T e V (v. 48). Uno stemma non è perciò sicuro, ma, poiché è legittimo pensare a una contaminazione sia nei riguardi di T che in quelli di m, si può proporre nel modo seguente:
CR ed ET si rinvengono accomunati allo stesso modo molto di frequente: cfr. per es., per CR, AIMERIC DE PEGULHAN, ed. Shepard-Chambers, 2, 3, 29, 38, 47; BERNART MARTI, ed. Hoepffner, app. 1; ELIAS DE BARJOLS, ed. Stroński, 4, 6, 10; GUILHEM ADEMAR, ed. Almaquist, 12; GUILHEM DE CABESTANH, ed. Langfors, 4; GUILHEM MONTANHAGOL, ed. Coulet, 4, 5, 6, 9; PERDIGON, ed. Chaytor, 1, 2; UC DE SAINT CIRC, ed. Jeanroy-Salverda De Grave, 5, 6, 11, 23; per CR ed ET, FOLQUET DE MARSEILLA, ed. Stroński, 12, 20, 21, 25, 26; GUILHEM DE CABESTANH, ed. Langfors, 3; GUILHEM MAGRET, ed. Naudieth, 2, 3, 6; GUILHEM MONTANHAGOL, ed. Coulet 10; SORDELLO, ed. Boni, 2, 7, 26; e cfr. BERTRAN CARBONEL, ed. Contini, p. 92.