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Bertoni, Giulio. Un nuovo trovatore italiano: Girado Cavallazzi. "Romania", 43 (1914), pp. 587-593.

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UN NUOVO TROVATORE ITALIANO: GIRARDO CAVALLAZZI

 

Ho il piacere di presentare agli amici dell'antica letteratura provenzale un nuovo trovatore italiano: Girardo Cavallazzi, novarese (1).

Qualche lettore ricorderà forse di aver letta, edita dal Suchier, Denkm. prov. Lit., p. 297, una curiosa tenzone, scambiata fra Aycard e Girard, che incomincia: Si paradis et enfernz son aital. Il Suchier la pubblicò, come inedita, da un ms. del Br. Mus. Harl. 3041, c. 30r; ma in pari tempo (1883) essa veniva stampata da K. Hofmann nelle Romanische Forschungen, I, p. 297. Nessun provenzalista ha notato sinora la presenza di questa medesima tenzone in un ms. bergamasco e precisamente nel prezioso codice del «Trésor» di Brunetto Latini posseduto dalla Biblioteca civica e appartenente alla fine del sec. XIII (2). In questo manoscritto, il componimento in questione si legge (in una lezione che possiam dire strettamente imparentata a quella del codice londinese) a c. 156v, scritto dalla medesima mano italiana, che esemplò la famosa opera del Latini. Il ms. di Bergamo ci riserva però una gradita sorpresa: ci fa conoscere per intero i nomi dei due interlocutori: Aycard de Fossat l'uno, e Girard Cavalaz l'altro. Se era riuscito facile identificare il primo, il secondo era rimasto sconosciuto sino ad oggi, perchè nessuno erasi sentito propenso a ricercare fra i parecchi Girard (e Guiraut) (3), che poetarono in provenzale, il nostro trovatore. Mancava un serio appiglio a proporre una qualsiasi identificazione e lo scrupolo dei provenzalisti appare naturalmente più che giustificato. Riproduco la tenzone, quale è data dal ms. bergamasco, industriandomi di sanare i passi guasti e riferendo, volta per volta, a piè di pagina, la lezione del codice (4). Darò anche le varianti del ms. londinese, che chiamerò B, riservando la lettera A a quello di Bergamo.

(A, c. 156v; B, c. 30r.)

Questio inter duos orla : utrum in paradiso an in inferno sine gaudio et pena per mensem unum stare sit melius pro assumendo documenta vitandi penas infernales et alegaciones circa id (5).

AYCARD DE FOSSAT (6)

Si paradis et infernz sunt aital...

 

 

Note:

1. Sono corsi quasi tre lustri da quando potei presentarne, per la prima volta, un altro: Calega Panzano, genovese. ()

2. Segnato: Gab. Δ, fila VIII, 22. Chi voglia maggiori indicazioni intorno a questo ms. può leggere un articolo di O. Capasso, Di un presunto originale del «livres du Tresor» di Br. Latini, in Bollett. della Civica Bibl. di Bergamo, 1908, p. 253. È di mano italiana, ma il copista tenne forse sott'occhio un modello francese (le miniature, in ogni modo, risentono l'efficacia francese). Il ms. contiene una serie di capitoli, detti dello pseudo-Brunetto, su Berengario, Enrico, Federico, Manfredi, capitoli, che mancano, come si sa, al ms. F (del 1284) posto a base dallo Chabaille della sua edizione. Ritengo tuttavia, come ho detto, questo ms. degli ultimi anni del sec. XIII. Colgo poi l'occasione per dire che mi par altresì del sec. XIII il ms. del Trésor posseduto dalla Capitolare di Verona (nº DII). Esso pure è di mano italiana (in gotico quadrato). ()

3. Chabaneau, Biogr., p. 351 scrive: «Girart, sans surnom. Peut-être, identique à l'un des Giraut ou Guiraut qui suivent.» ()

4. A piè di pagina, il lettore troverà vari francesismi, perchè il copista del «Trésor», abituato a scrivere por per per, le per lo (veramente le si trova anche in Provenza, ma il testo è scritto nella lingua dei trovatori, cioè in una specie di linguaggio illustre), continuò ad adoperare queste forme anche quando ricopiò la nostra tenzone. Un tratto, poi, notevole è la caduta di -n dopo r (p. es. ior, seior, infer). Il testo ha nel ms. bergamasco la sua disposizione strofica conservata, verso per verso, e non è scritto a modo di prosa. ()

5. Questa rubrica si legge nel solo ms. bergamasco ed è in rosso. È stata edita dal Capasso, Op. cit., p. 252 con un errore di lettura (contra invece di circa). ()

6. Manca in B. E manca, in sèguito, in B il nome intero del secondo interlocutore. ()

 

 

 

 

 

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