L'ENSENHAMEN
DI ARNAUT DE MAREUIL
L'ensenhamen (1) di Arnaut de Mareuil figura con rilievo nella storia del genere perché è il solo tra i testi coevi o di poco anteriori (2) dove si tenti une trattazione organica di alcuni dei valori fondamentali della civiltà cortese (3).
Uno di questi otto manoscritti, d, va eliminato perché copia di K (4). Di K, come di I del resto, presenta tutti gli errori ed ha in più errori suoi propri (nei primi trenta versi, ad esempio: 1 razos es ennesura, 4 puls, 13 cosure, 21 de sabre, 25 om., 30 So qem).
Lo stemma seguente indica i rapporti di GIKNQRc.
Che tutti i manoscritti abbiano un ascendente comune è provato da 59, 105, 172 (pretz di Q è una felice correzione), 231-38 (vedi nota).
IKGQNc si distinguono da R per gli errori: 43, 59-60, 87-88, 95, 126, 205-6 (sostituzione di ami a alre), 299-302 (om.). IKGQ omettono i versi 287-96, e l'omissione doveva essere in z: ε ha restituito il passo sulla base di una collazione con l'altro ramo della tradizione (5).
Errori comuni a IK si hanno ai versi 99-100, 105-108, 127, 169-70 (om.), 178-80 (om.), ecc.
Errori comuni a GQNc si hanno ai versi 73, 76 (manca la testimonianza di N), 153, 271-76 (om.).
Errori comuni a GQ si hanno ai versi 38, 128, 209.
Errori comuni a Nc si hanno ai versi 97, 99, 138, 227-28 (honors/lauzors), 269-70 (om.).
A η attribuisco l'interpolazione sulle virtù dei borghesi che si leggono in R dopo il verso 260. Che si tratti di tarda addizione risulta dai versi 282-83 che al borzes non fanno riferimento alcuno.
Per gli errori che sembrano contraddire la classificazione proposta vedi le note ai versi 75-76, 105, 227-28.
Nello stabilire il testo, per lezioni di pari valore di αe di R ho preferito seguire R, il solo dei manoscritti dell'ensenhamen che sia stato eseguito nel Languedoc. Dall'apparato ho escluso le varianti grafiche e morfologiche insignificanti.
Per la datazione dell'ensenhamen non posso proporre niente di meglio della vaga indicazione data da R. C. Johnston per la cronologia delle poesie liriche (6). L'allusione ad Alfonso II d'Aragona (v. 45) fornisce due estremi: 1162-1196.
Note:
1) Come ensenhamen il testo di Arnaut de Mareuil che inizia col verso Razos es e mezura è presentato da IKd (Aquest es l'enseignemens de n'Arnaut de Maruoill) o (L'ensegnement d'Arnald de Miroll). Fu pubblicato per la prima volta dal Raynouard, Choix, IV, p. 405; poi dal Mahn, Werke, I, p. 176 (testo del Raynouard). Sugli ensenhamens hanno scritto: W. Bohs, Die ensenhamens in der provenzalischen Literatur, in «Romanische Forschungen» 15 (1904), p. 204-15; J. Bathe, Der Begriff des provenzalischen «Ensenhamen», in «Archiv f. das Studium der neueren Sprachen und Lit.» 113 (1904), p. 394-99; A. Parducci, Costumi ornati. Studi sugli insegnamenti di cortigiania medievali, Bologna, 1928; G. E. Sansone, Gli insegnamenti di cortesia in lingua d'oc e d'oil, Bari, 1953; I. Margoni, Fin'Amors, Mezura e Cortezia. Saggio sulla lirica provenzale del XII secolo, Milano-Varese,1965. (↑)
2) Due sono i testi da ricordare: L'ensenhamen di Garin lo Brun, El termini d'estiu, e quello di Arnaut Guillem de Marsan, Qui comte vol aprendre. (↑)
3) Gli si possono avvicinare i vv. 369-466 dell'ensenhamen di Garin lo Brun che dicono dei pregi' dell'animo che convengono alla donna: orgoglio (369-90), gaiezza (391-420), cortesia (421-466). (Edizione di C. Appelin «Revue des Langues Romanes», 33 (1889), p. 404-32). (↑)
4) La dimostrazione della dipendenza di d da K in G. Groeber, Die Lieder sammlungen der Troubadours, in «Romanische Studien» II (1877), p. 471-2. Cfr. A. Mussafia, Del codice estense di rime volgari, in «Sitzungsberichte der Akademie der Wissenschaften», phil.-hist. Klasse, Bd. LV, Vienna1867, p. 423; H. Suchier, Der papierne Teil der Modenaer Troubadourhandschrift, in «Zeitschrift für romanische Philologie», IV, p. 72-3. (↑)
5) Che Ne facciano capo ad un collettore di varianti risulta anche da 38 bon laus (come R), 139 cel c'a lauzat (come, con lieve differenza, IK). Cfr. D'A.S. Avalle, La letteratura medievale in lingua d'oc nella sua tradizione manoscritta, Torino, 1961, p.108. (↑)
6) R. C. Johnston, Les poésies lyriques du troubadour A. de M.,Parigi, 1935, p. xvii «Excepté pour une vague référence à un roi d'Angleterre (III, 31-32) Arnaut ne fait pas allusion ni à la vie extérieure ni aux événements contemporains; nous sommes donc réduits à des spéculations,d'après lesquelles il semblerait que notre troubadour ait écrit entre 1171 et 1190». Cfr. W. Friedmann, Einleitung zu einerkritischen Ausgabe der Gedicbtedes Troubadours A. de M. Halle, 1910 (diss.), p 3. (↑)