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De Bartholomaeis, Vincenzo. Poesie provenzali storiche relative all'Italia. Volume primo con ventiquattro silografie. Roma: Tipografia del Senato, 1931

[CdT en procés d'incorporació]

331,001- Peire Bremon lo Tort

 

II.

PEIRE BREMON LO TORT

Testo costituito da C. Appel, Provenz. Chrestom., p. 62 sg., sopra CDGIOR, con qualche modificazione nell’interpunzione. GOR e il registro di C attribuiscono la poesia a Bernardo di Ventadorn, T a Peire Raimon (Bartsch, Grundr., 331, I). L’Appel non potè, nel 1895, conoscere il testo di Sg, ossia del canzon, catalano Gil y Gil, pubblicato solo nel 1907 da J. Massò y Torrents nell’Annuari de l’Institut d’Estudis Catalans di Barcellona. Questo ms. attribuisce la canzone a Rambaldo di Vaqueiras e ne dà una lezione affatto diversa da quella degli altri. Ivi essa consta di sole cinque stanze ed ha in più una tornada. Le stanze sono in questo ordine (rispetto all’ediz. Appel): I, II, V, III, VII, (VI). La st. IV manca. L’ultima stanza è costituita da’ due primi versi della st. VII (vv. 43-4) (Xançonet, lay oltra la mar Vay per amor a midons dir) e da’ cinque ultimi della VI (vv. 38-42). Il resto della st. VII, ossia i vv. 45-9, mancano. A cagione di questa mancanza e di quella della st. IV, la canzone vi risulta priva di tutte le allusioni storiche che contiene nelle redazioni degli altri mss. In compenso, la redazione Gil y Gil reca la tornada: Sil vostre bel cors vesia, Bels Cavales, gint m’iria. Ay Dieus! Com men pogui tan luynar?Il «Bel Cavaliere», che, secondo i più, è Beatrice, figliuola di Bonifazio I del Monferrato, chiamata con tale nomignolo da Rambaldo di Vaqueiras (v. più oltre), è cagione della attribuzione della poesia a questo trovadore. Senonchè la tornada è autentica? Che sia spuria si dimostra facilmente. Essa, infatti, condurrebbe ad ammettere che la poesia sia stata inviata dall’autore a Beatrice (sempre se è lei il «Bel Cavaliere»; v. le forti obiezioni di N. Zingarelli su tale identificazione, in Studi letter. e linguist. dedic. a P. Rajna, Firenze, 1911, pp. 557 sgg.) mentre costei si trovava Oltremare. Ora, per poco che si conosca di Beatrice, questo è tuttavia fuor di dubbio: che Oltremare ella non fu mai! Il testo Gil y Gil risulta pertanto essere un rimaneggiamento del testo serbatoci dagli altri mss., rimaneggiamento fatto da un malaccorto. Si direbbe che costui si sia proposto di vuotare la composizione di ogni allusione storica che ne tradisse l’età e che abbia voluto ridurla a una canzone d’amore da spacciarsi sotto il nome di Rambaldo. Così fatta opera non può essere che di un giullare. Devo poi dire che, tra il 6º e il 7º verso di ciascuna stanza, egli aggiunse un Ay! e, all’ultima, un Ay Dieus! La quale esclamazione mi ha l’aria di un’aggiunta dovuta a motivi di ordine musicale, quale è, per es., nell’Alba Us cavaliers si jazia attribuita a Gaucelm Faidit e a Bertran d’Alamannon (v. Appel, Chrestom., p. 91).

 

 

 

 

 

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