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De Bartholomaeis, Vincenzo. Poesie provenzali storiche relative all'Italia. Volume primo con ventiquattro silografie. Roma: Tipografia del Senato, 1931

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080,004- Bertran de Born

 

VII.

BERTRAN DE BORN

Testo secondo Stimming, op. cit., p. 100, e Thomas, p. 84. Le prime due cobbole si trovano pure, in qualche mss., accodate alle due prime di un’altra poesia dello stesso trovadore, in cui questi apostrofa il giullare Folheta (Folheta, vos mi prejatz que eu chan), ingiuriandolo: «voce rauca, stridula, faccia uera come quella di un Saraceno, alito fetido come quello di un Savoiardo» &c. Le due cobbole, di contenuto politico, mal si legano alle altre, che sono di carattere faceto e personale. Inoltre ad esse ne segue una terza, pure politica, allusiva a Riccardo Cuor di Leone e a Filippo Augusto (D’ En Oc e No nom vauc ara doptan &c.), la tornada Mas anc al setje e una seconda tornada A mon Isembart part Troia. Lo Stimming ha conglobato la cobbola e la seconda tornada nel presente sirventese. Comunque debba spiegarsi la storia di una siffatta riunione di stanze (cf. Stimming, op. cit., p. 193), a me pare che dal sirventese debbano andare escluse tanto la detta cobbola quanto la tornada, che son forse roba spuria. Difatti la cobbola D’ En Oc e No stona nel sirventese per il fatto di essere la sola che non incominci, come tutte le altre, dalla II in poi, col vocativo Senher Conratz, mentre l’aggiunta della tornada A mon Isembart part Trojadarebbe alla composizione ben quattro tornade, il che è eccessivo. In ogni modo, nella cobbola e nella tornada che non riproduco, non c’è nessuna allusione a Corrado.

La data della composizione si colloca nettamente fra il 20 luglio 1189, giorno in cui Riccardo Cuor di Leone fu incoronato re a Rouen, e il 4 luglio 1190, giorno in cui Riccardo e Filippo Augusto, congiuntisi a Vezelai, impresero il viaggio d’Oltremare. Se la poesia fosse stata scritta più tardi, cioè durante la lunga sosta che i due sovrani fecero a Messina (sett. 1190 - marzo 1191), non vi mancherebbe un accenno alle dissensioni che sorsero colà fra di loro. B. de B., pur facendo allusione alle reciproche diffidenze de’ due (vv. 17-8), non muove loro, in sostanza, se non il rimprovero della lentezza con cui attendono a’ preparativi della spedizione, lentezza tale da poter sembrare addirittura inerzia e spensieratezza. Dal v. 38 appare che B. scriveva ad anno 1190 incominciato: infatti era a lui pervenuta assicurazione che Riccardo sarebbe mosso «ogan» (= entro quest’anno); certo non può trattarsi del 1189, essendo troppo breve, per gli allestimenti di una Crociata, lo spazio di quattro o cinque mesi. Ciò trova conferma con quanto diciamo nel comento al v. 45. Il sirventese rispecchia la commozione della opinione pubblica d’Occidente alle nuove degli avvenimenti di Siria. Quanto alla situazione del poeta, ha ragione il THOMAS, p. 84, il quale afferma che «il cherche à se disculper lui-même du reproche d’indolence, ce qu’il fait d’une façon plus spirituelle qu’héroïque».

 

 

 

 

 

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