XCIV.

PEIRE GUILHEM DE LUSERNA

 

Testo secondo A. Jeanroy e J. J. Salverda de Grave, Poésies de Uc de Saint-Circ, p. 132. 

XCIV. Questa e la poesia seguente, che è una risposta ad essa, sono allusive a’ casi di Cunizza da Romano, e sono state composte nella Marca Trivigiana. Di Cunizza, figlia minore di Ezelino II e sorella del tiranno famoso Ezelino III, mi basti rinviare all’ampia bibliografia dello SCARTAZZINI nel comento Lipsiense al canto IX del Paradiso e nell’articolo a lei consacrato nella Enciclopedia Dantesca, vol. I, p. 509. Essa è ricordata anche in altre poesie di trovadori (v. piú oltre). Le due poesie qui riferite racchiudono i diversi giudizi che sopra di lei portavansi nella Marca e le discussioni che essa suscitava nel mondo cortigiano, ove aveva fautori e denigratori, P. G. de L. è uno de’ primi; U. di S. C. uno de’ secondi. Dalla risposta di costui si apprende come, nell’anno stesso, Cunizza abbia fatto «tal terna», ossia un tal colpo, da perderne la vita futura e da esserne biasimata da tutti. Di simili «terni» Cunizza ne avrà fatti piú d’uno nella sua vita allegra; ma il piú grosso fu senza dubbio quello della fuga dalla casa di suo marito il conte Rizzardo di San Bonifazio di Verona, colpo compiuto, con l’aiuto di Sordello, ad istigazione, pare, di Ezelino, omai nemico del cognato. La data del ratto cade, secondo ogni probabilità, nel 1226 (vedi C. DE LOLLIS, Sordello, p. 12). Nello stesso anno cadranno pertanto i due sirventesi (vedi A. JEANROY e J. J. SALVERDA DE GRAVE, Poésies de U. de S. C., p. 165).