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De Bartholomaeis, Vincenzo. Poesie provenzali storiche relative all'Italia. Volume primo con ventiquattro silografie. Roma: Tipografia del Senato, 1931
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457,021- Uc de Sant Circ
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XCVIII.
UGO DI SAN CIRC
Testo secondo A. Jeanroy e J. J. Salverda de Grave, Poésies de U. de S. C., p. 93.
XCVIII. L’Alberigo del v. 16 è Alberigo da Romano; il Marchese del v. 17, Azzo VII d’Esté. È presso costoro che soleva bazzicare il giullare Messonget, il quale aveva richiesto di un sirventese U. de S. C. Il conte di Verona del v. 31 è Rizzardo di San Bonifacio. Un’allusione a un fatto determinato da render possibile la datazione del sirventese, non c’è in questo. Secondo il WITTHOEFT (Sirventes joglaresc, pp. 35, 55), la poesia non potrebbe essere anteriore al 1239, perché fu soltanto in tale anno che Alberigo si separò da Ezelino e si accostò ai nemici di costui, cioè a’ Guelfi. Ma il JEANROY e il SALVERDA DE GRAVE osservano (op. cit., p. 157) che nel 1233 una riconciliazione effimera ebbe luogo fra Azzo e i da Romano, in occasione della quale Azzo sposò la figlia di Alberigo. Eppoi, si domandano essi giustamente, è proprio necessario di supporre che, siccome Aloerigo ed Azzo hanno tutt’e due fatta buona accoglienza al trovadore, perciò solo fossero d’accordo anche in politica? Lo stesso Ugo, non ostante i suoi sentimenti guelfi, non fu mai, che si sappia, in disaccordo con Alberigo (v. piú in là Chansos q’es leus per entendre). T. CASINI (in Propugnatore, XVIII, p. 159), scorgeva un’allusione a una guerra di Rizzardo di San Bonifacio ne’ vv. 33–6. Secondo lui, ciò sembrerebbe render probabile che la data della nostra poesia debba essere assai vicina a quella del ratto di Cunizza (cf. nn. XCV-XCVI), il quale fu un incidente nelle ostilità tra Rizzardo e i da Romano: essa starebbe, dunque, intorno ai 1226. L’allusione è generica, e la cosa tutt’altro che sicura. In ogni modo io colloco qui la composizione, non essendoci, d’altra parte, nulla che contraddica all’ipotesi del Casini.
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