C
GIOVANNI e SORDELLO
Testo secondo O. SCHULTZ-GORA, Ein sirventes &c. p. 55 sgg.
C. Il «Joan», interlocutore di Sordello, può essere tanto Giovanni d’Albusson, quanto il «Çoanet lo menor», uno de’ partecipanti al diverbio giullaresco del settembre-ottobre 1220 con Aimeric de Peguilhan (v. n. LXX). Il primo è chiamato «Joanez d’Albuison» dal cod. H (p. 516); egli mandò un sirventese ingiurioso a Sordello (Vostra donna, segon lo meu semblan; v. ivi), mentre costui si trovava Oltr’Alpi. Nel 1231, dimorava in Italia, dove scambiò con Nicoletto da Torino la tenzone che riferiamo piú avanti. A «Çoanet lo menor» pensa O. SCHULTZ-GORA (Ein sirventes &c. p. 56–7).
Circa la data della tenzone, diremo che l’allusione a Cunizza ci conduce a dopo il 1226, ossia a dopo il ratto, quando le relazioni di Sordello con lei si furono fatte piú frequenti, se non piú intime. La figura di Sordello si delinea qui con i contorni di quella di un perfetto giullare. È probabile ch’egli si trovi adesso presso i da Romano, dopo essere stato presso gli Estensi, giacché il suo interlocutore, ricordandogli i doni di stoffe ricevuti dal Marchese, si riferisce a un tempo passato («antan», v. 10). Noi pertanto, mentre scorgiamo un’allusione a Sordello, giullare del Marchese d’Este, nella tenzone del numero XCIX tra Folco e Cavaire, collochiamo la presente dopo quella, in quanto le allusioni alla consuetudine di Sordello di donar stoffe ai giullari che battevano la corte Estense, trovano in quella il loro precedente e la loro conferma.