CVIII.

AIMERIC DE PEGUILHAN

 

Mss. D (Galvani, Osservaz., p. 230); U (Mahn, Gedichte, n. MCLXXXIX).

CVIII. A. de P. si difende dell’accusa di essersi fatto vecchio ed invalido. Tale accusa gli era stata mossa da Sordello e da Ugo di San Circ (v. numeri CVI e CVII). Nella poesia presente egli afferma essergli essa venuta da una donna; probabilmente però codesto non è che un pretesto, e il mandare ch’egli fa la poesia a Sordello, proverebbe piuttosto che è da lui, particolarmente, non da altri che si difende. L’A. ha dato alla poesia la denominazione di fablel (favolello): essa è una composizione senza accompagnamento melodico (cf. v. 2): una chiacchierata. Se A. manda il fablel a Sordello nella Marca Trivigiana, ciò vuol dire che egli ne era lontano.