VIII.

PEIROL

Testo ricostuito criticamente da V. Crucini, Man. Prov. 3, p. 221 sgg.

La composizione cade, a un dipresso, entro gli stessi termini cronologici della precedente; come questa, essa rispecchia lo stato d’animo del mondo feudale durante gli indugi frapposti da Filippo Augusto e da Riccardo Cuor di Leone al muoversi per la Crociata. È una tenzone immaginaria, in cui il trovadore esprime le esitazioni sue, che eran poi quelle di chi sa quanti altri, fra il desiderio di restarsene in patria, a godersi gli amori, e quello di adempiere al dovere di partecipare alla spedizione. I due opposti sentimenti son personificati da Amore e dal trovadore medesimo. Il quale, vivendo presso il Delfino d’Alvernia (Roberto I; v. CHABANEAU, Biogr., p. 261), riflette probabilmente anche i sentimenti del suo protettore ed amico. Certo egli dice costui deciso a partire, quali che siano gli eventi della guerra che si sta combattendo tra Filippo Augusto e Riccardo Cuor di Leone (i quali, fra l’altro, si disputavano anche il territorio Alvergnate) e quali gli allettamenti di Amore.