CXXII.

IGNOTO

 

Questo e i due componimenti che seguono si leggono unicamente nel ms. Q, in lezione scorrettissima, l’uno di seguito all’altro, e intitolati complessivamente Tenzon. Ciò che prova come il copista li reputasse un’unica composizione. In realtà si tratta di tre composizioni distinte, secondo che prova la diversità della forma metrica, delle quali solo la seconda è una tenzone o meglio un frammento di tenzone. Qualche emendamento alla lezione aveva apportato il Bertoni (I trovad. in Italia, p. 18), ma è merito di K. Lewent di averne procurata una buona edizione emendata (Zeitschrift für roman. Philol., XXXIX, 1919, p. 619 sgg.) che qui si riproduce. Quanto a questo primo de’ tre, a me pare un frammento di canzone di cui il ms. abbia serbato soltanto la prima cobbola e la tornada. Le parole L’altrer &c., infatti, sono l’inizio assai comune delle canzoni e delle pastorelle di contenuto narrativo e autobiografico, mentre la seconda cobbola è evidentemente la tornada. Poiché questa non poteva trovarsi a tanto breve distanza dalla prima cobbola, cosí pongo gli asterischi tra l’una e l’altra.

CXXII. Giovanna d’Este, prima moglie di Azzo VII, visse col marito dal 1221 al 19 di novembre del 1233 (BRUNACCI, op. cit., pp. 65, 125; FRIZZI, Mem. di Ferrara, to. III, p. 152; LITTA, Este, tav. VII; circa la questione della sua origine, v. CAVEDONI, Ricerche &c., p. 36 nota).

È a questa poesia che allude il MILLOT (Hist. des Troubad., III, p. 439), quando scrive che un anonimo «qui fait un éloge complet de Jeanne d’Est, qui fait valoir le pays d’Est, de Trévise, de Lombardie, de Toscane et qui réside au château de Occasion [sic]». Su Calaone v. LVII.