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De Bartholomaeis, Vincenzo. Poesie provenzali storiche relative all'Italia. Volume primo con ventiquattro silografie. Roma: Tipografia del Senato, 1931
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217,004a- Guillem Figueira
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CXXXIII.
GUGLIELMO FIGUEIRA
Testo secondo O, Schultz-Gora, Ein sirventes gegen Friedrich II, p. 20 sgg.
CXXXIII. Poiché a’ vv. 31 sgg. si ricordano atti compiuti da Federico II in Oriente, la poesia si rivela subito come posteriore alla Crociata del 1228–1229. È merito di O. SCHULTZ-GORA (Ein sirventes cit. p. 7 sgg.) di aver riconosciuto come essa sia stata composta nel marzo 1239 (cf. v. 43), mentre in Padova, ove soggiornò per due mesi, l’Imperatore andava allestendo una nuova campagna contro Milano, che voleva una buona volta sottomessa. Frattanto egli si indugiava in giuochi, in festeggiamenti e in cacce. Non sappiamo se G. F. si trovasse egli pure in Padova: l’accenno all’elefante (v. 56) potrebbe bensí far pensare che egli abbia veduta co’ propri occhi questa bestia nella predetta città. Senonché la fama di quel che faceva l’Imperatore si spandeva dappertutto, e quell’accenno non è probante. Se, al v. 5, il trovadore dice di aver visto le azioni del sovrano, ciò potrebbe essere avvenuto in qualsiasi altro luogo dell’Alta Italia, prima dell’ingresso di lui in Padova. Comunque, G. F. è contrario, in questo momento, a Federico II. Non già però perché egli parteggi per i Guelfi. Egli anzi è nemico de’ Guelfi, e la sua invettiva muove dalla brama di vederli abbattuti al piú presto, mentre l’Imperatore, co’ suoi indugi, dava piuttosto l’impressione di debolezza. G. F. riflette lo stato d’animo de’ Ghibellini impazienti, e non farebbe punto maraviglia se in lui ci fosse un po’ l’ispirazione di Ezelino da Romano. È notevole poi come, in una poesia cosí fatta, manchi qualsiasi accenno alla scomunica di Federico II, pronunziata da Gregorio IX il 20 marzo. Rolandino (p. 63) parla della profonda impressione che la nuova di un tale atto fece in Padova, ove giunse qualche giorno dopo, e descrive il comizio popolare in Prato della Valle, in cui Pier delle Vigne die’ saggio della sua dotta eloquenza. L’impressione, del resto, non fu minore nelle altre città. Ora, in simile occasione, un poeta guelfo non avrebbe certamente omesso di aggiungere alla filastrocca delle accuse contro l’Imperatore quella della inimicizia che si era procurata da parte del Pontefice; un ghibellino, a sua volta, non avrebbe mancato di deplorare, con le debolezze che colui addimostrava verso Milano, quelle che dimostrava verso il clero. Tale silenzio parrebbe poi addirittura sorprendente nel caso del fiero Albigese, autore del sirventese contro Roma! Credo pertanto possa tranquillamente ritenersi composto il sirventese presente tra il 1º e il 20 marzo.
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