XV.

ALBERTO MALASPINA E RAMBALDO DI VAQUEIRAS

Testa seconda Crescini, Man.3, p. 254 sgg. e G. Beroni, I trovad. d’ Italia, p. 211, sgg.

Punto fisse per la datazione della tenzone: il 6 novembre del 1194; v. il commente al v. 34. In quel tempo R. di V. non si trovava nell’Italia settentrionale. Imbarcatosi a Genova col Marchese di Monferrato nella spedizione per la Sicilia alla metà di agosto (v. OTTOBONE SCRIBA, Ann., p. 46), si trovava in piena guerra nell’isola. Dalla Sicilia non fece ritorno prima del gennaio del 1195, dope che Arrigo VI ebbe congedato il Marchese; cf. p. 48 nota. Il pettegolezzo, di cui a’ vv. 2 sgg. e quindi il sanguinoso scambio di ingiurie fra il marchese Malaspina e lui non possono essere che posteriori al principio dell’anno predetto 1195. Ma R. allude non solo alle spoliazioni che i Malaspina han subito da parte de’ Piacentini, si anche ad altre che essi vengono subendo mentre egli scrive. (vv. 33-34, 53). Ora tali spoliazioni, incominciate da tempo, si continuavano ancora nel 1195. L’ultima fu quella consacrata nell’atto del 19 dicembre, di cui v. al commento al v. 53. Siccome R. parla al tempo presente (vv. 53, 54), così non mi par dubbio che egli alluda a questo stato di cose esistente nelle relazioni tra l’ambizioso Comune e il vicino feudatario.