CXLV.

BONIFACIO DI CASTELLANA

 

Testo secondo C. Chabaneau, Varia Provincialia, p. 36 sg.

CXLV. Non è ammissibile la datazione di questa poesia al 1241, come voleva il MILÁ Y FONTANALS (De los trovad. en España, p. 176). Le allusioni a Enrico III d’Inghilterra e a Giacomo I di Aragona sono troppo indeterminate. Quanto a quella a’ chierici che si studiano di «spossessare Corrado», può sorger dubbio se si tratti di Corrado IV o di Corradino. La questione si risolve a favore del primo, considerando quel che il trovadore aggiunge subito dopo, cioè che scopo de’ chierici è di donare il Regno a’propri bastardi. Tale espressione non poteva usarsi dopo l’estate del 1257, allorché Innocenzo IV offerse la corona di Sicilia a Edmondo d’Inghilterra; tanto meno allorché, l’anno seguente, la offerse a Carlo d’Angiò. B. di C. scrive, in un momento in cui Innocenzo poteva ancora illudersi di conquistare il Reame alla santa Sede, ciò che avrà autorizzato gli avversari a malignare sopra i suoi propositi: illusione che la vacillante resistenza di Napoli assediata da Corrado IV, venne a far sfumare e determinò la decisione del Pontefice a chiedere appoggi stranieri. B. di C. scriveva in Provenza, dove trovavasi anche Sordello.