CXLVIII.
RAIMON DE TORS
Testo di M (ediz. A. Parducci, Raimon de Tors, in Studj Romanzi, VIII, p. 36 sg.).
CXLVIII. A’ vv. 25–6, l’autore accentia a un futuro intervento del Conte di Provenza nella contesa per l’acquisto dell’Impero tra Riccardo di Cornovaglia e Alfonso X di Castiglia, contesa che si prevede avrà per teatro l’Italia (vv. 27–32). Nessun accenno al Reame di Sicilia. Siamo pertanto avanti al tempo dell’offerta di questo a Carlo d’Angiò nel 1263. Anche piú tardi, alla vigilia della spedizione di Carlo per l’Italia, il trovadore alluderà alla aspirazione di lui all’Impero. Ma è egli bene informato circa i disegni del Conte, che non potevano non essere comuni a suo fratello il Re di Francia? Ovvero non raccoglie che delle dicerie? Certo non è informato di quelli della Chiesa, e sembra ignori come questa, quando egli scriveva, avesse fatto l’offerta del Reame a Edmondo d’Inghilterra. Comunque, le sue parole sono significative. La poesia è posteriore all’aprile del 1257; ma non di molto. Dalla 1 cobbola, infatti, risulta come Riccardo di Cornovaglia (eletto il 13 gennaio e incoronato re de’ Romani in Aquisgrana il 17 maggio) si sia fatto a reclamare i suoi diritti in Francia.
Or questo avvenne al principio del suo regno, ed è noto che destò viva apprensione alla corte di Parigi, al punto che il Re si vide costretto a guernire la frontiera e a perlustrarla personalmente (MATTHAEI PARIS. Hist., p. 634). Tra le terre reclamate c’era naturalmente il Regno di Arles, che all’Impero apparteneva di diritto. Di qui i timori di san Luigi per le sorti dello stato di suo fratello. Gli atti di Riccardo di Cornovaglia eran seguiti con attenzione intensa dalla corte d’Inghilterra; e ciò spiega il piacere che, secondo R. de T., essi procuravano a Odoardo, il principe ereditario, il quale già aveva una parte preponderante nella politica di Enrico III (cf. BÖHMER-FICKER, Reg. Imp., V, 1, p. 995). Riccardo sbarcò in Germania il 5 maggio. Ricorderò, quanto ad Alfonso X, come la controelezione sua sia avvenuta il 1º aprile dello stesso anno 1257. All’epoca della composizione del sirventese, egli deve aver già dato prova della sua poca disposizione ad abbandonare la Spagna (vv. 14–6).