Non pone grossi problemi la determinazione dei rapporti fra i codici che ci hanno trasmesso questa canzone: come di consueto, si fronteggiano due gruppi, α e β, formati da CMR l’uno, da Ea1e l’altro.
Questi i luoghi critici significativi al fine della loro individuazione, nonché delle relazioni ulteriori all’interno di ciascun gruppo:
α
C M R
11 ni no·m (no mi M) menti, 12 ni no sai si ja so fara, 20 que m. e. no f. la, om. V.
C M
5 pero mos (mon M), 8 que no (q’ieu non M) veirai ja, 9 ni (car M) nulha res tan mal no·m fa, 10 con (quo C) so (ço M) qu’anc de mos (qez anc dels M) huelhs no (nom M) vi, 22 fan [...] cami, 31 s’ieu, 34 cambi (camgi M).
C R
11 ni no·m dis ver, 35 que si.
β
E a1 e
19 soven
E a1
23 resveill (reveil a1)
E e
10 que (?)
Unico probabile luogo di contaminazione: 37 soms (sos C) C a1.
Verosimilmente accidentali essendo le restanti combinazioni, sembra ipotizzabile il seguente stemma:
Metrica: sei coblas unissonans di sei ottosillabi ciascuna, più una tornada che riproduce l’ultimo distico (Frank, 470 : 5) : A B B A / A B.
Melodia: R 63.
Cfr. F. Gennrich, Der musikalische Nachlass der Troubadours, n. 13.
Nota:
1. L’abbreviazione ap. significa «strofa apocrifa»; bis significa «verso (-i) rifatto (-i)» (↑).