Versificazione: FRANK 390:21
a7 b7 a7 b7 c7 c7 d3 d5 e5' e5'
rime: o, an, en, at, eya
Torneyamen composto da sei coblas unissonans di dieci versi polimetrici e da tre tornadas di sei (c7 c7 d3 d5 e5' e5').
Con un diverso sistema rimico, ma con la stessa formula sillabica, lo schema metrico è utilizzato da Guiraut Riquier anche nel partimen nº 2 e ricorre nel sirventese 446.2 del Trobaire de Villarnaud, Un serventes nou q'om chan.
Numerosi sono i rimanti che si ripetono: autreya, vv. 9, 59 e 71, indicativo presente 3ª sing., utilizzato in tutti e tre i casi in penultima sede; bo, che ricorre tre volte ai vv. 3, 11 e 21 (gli ultimi due sono rimanti iniziali delle coblas II e III); deman, vv. 2 e 34 (utilizzati da Guiraut); enten, in quinta sede nelle coblas V e VI (vv. 45 e 55); falhat (vv. 63 e 75) e fadeya (vv. 66 e 78), rispettivamente in terza e sesta posizione nelle tornadas I e III; gen, con tre valori grammaticali diversi nei vv. 6, 15 e 61: nel primo caso è un sostantivo, nel secondo un aggettivo, nel terzo un avverbio; gran, vv. 32 e 44; grat, vv. 8 e 28 (bon grat); guerreya che, dopo aver chiuso tutte e tre le coblas del primo giro (vv. 10, 20 e 30), è ripresa alla fine della VI (v. 60); parven al sesto verso delle coblas II e III (vv. 16 e 26); privat (vv. 38 e 58), in ottava sede nelle coblas IV e VI; pro, che ricorre tre volte (vv. 13, 31 e 53), sempre come sostantivo; razo, vv. 23 e 41; selat, al settimo verso (rispettivamente v. 7 e v. 27) nelle coblas I e III (nel primo caso con valore di aggettivo, nel secondo di sostantivo); semblan, vv. 14, 42 e 52 (negli ultimi due casi in seconda posizione e con valore avverbiale); veya, con lo stesso valore grammaticale nelle tre tornadas (vv. 65, 72 e 77).
Coblas capdenals: II-III (Guiraut Riquier ... bo).
Enjambement: vv. 21-22, vv. 37-38.
Si segnalano inoltre: le antitesi mal o bo dei vv. 2-3 e oc e no del v. 51; le allitterazioni del v. 40 (del deman-deya) e dei vv. 73-74 (Viguier valen / vuelh venir); il polittoto fis-fin dei vv. 55 e 59 (per cui cfr. la nota al v. 59); la figura etimologica falhimen-falhat, messa in ulteriore rilievo dalla posizione rimica, dei vv. 62-63.