Boni, Marco. Sordello, Le poesie. Nuova edizione critica con studio introduttivo, traduzioni, note e glossario. Bologna: Palmaverde, 1954.
437,002- Sordel
A) CANZONI
II
Nella tradizione, assai complessa, di questa lirica, che dovette essere una delle più divulgate di Sordello ed essere trascritta moltissime volte, si può isolare innanzi tutto un gruppo C R, la cui affinità è provata dalle lezioni tresmontana (trasmontana) (v. 16), lestela (v. 17), lo mar (v. 18), ab deziran (v. 28) [solo parzialmente in C], enaissi (v. 32) [solo parzialmente in C], larma (v. 39), Na grazida (v. 41), sui ieu uostre (uostre soi yeu) (v. 43), Merce aiatz de me (Merce uos clam) (v. 45), quar en uos es (car uos es) (v. 46). Tra esse sicuramente deteriori sembrano lo mar [cfr. v. 20 e n.] e Na grazida [cfr. la n. al v.], accanto alle quali forse è da mettere lestela; e le altre possono concorrere ad attestare la derivazione da un capostipite comune. (Le lezioni lestela e larma si trovano anche in e; ma, come si vedrà, e è un codice tardo e contaminato). La derivazione di R da C e la derivazione inversa sono escluse da lezioni individuali di C (v. 10, 22, 36, 38, 45) e di R (v. 10, 11, 12, 28, 29, 45).
Tra gli altri codici è chiaramente individuabile da una lezione deteriore del v. 3 (per sso Dc, per so F, per zo I K) il gruppo Dc F I K, entro il quale si isola la solita coppia I K per molte lezioni caratteristiche (v. 1, 2, 4, 5, 7, 10, 13, 18, 22, 23, 27, 30, 31, 33, 36, ecc.). Forse si potrebbero riunire in sottogruppo anche Dc F, sia perché ambedue frammentari (per quanto F abbia due coblas e Dc soltanto una), sia per alcune grafie comuni (v. 1 iauzenz, v. 3 per sso o per so): ma ciò è tutt’altro che sicuro, anche per la brevità del tratto di testo in cui i due mss. s’incontrano. Al gruppo Dc F I K sembra ricollegarsi anche M, il quale presenta al v. 13 una lezione (tot aissi) che sembra meno convincente di quella di C R ed è presente anche in I K (il passo manca in Dc F). Pare quindi possibile formare di Dc F I K M una famiglia, a cui andrà contrapposta la famiglia C R, con questo stemma:
Resta da definire la posizione del tardo ms. e. L’abate Plà, che nel sec. XVIII compilò e trascrisse di suo pugno questa silloge, dovette tener presente, per la nostra lirica, specialmente il testo di M (che faceva già parte della Biblioteca Vaticana), come si vede particolarmente dalle lezioni com (v. 1), ans que n’ eisca fenitz (v. 22), qieu (v. 23), et ia (v. 35), E doncs per que mi fai mal ni mel ditz (v. 37), a cui si possono aggiungere anche (benché meno significative) esvaratz (v. 21), isamen (v. 32), sacha (v. 35), de mi (v. 46). Tuttavia in vari passi la lezione di e si allontana da M e si avvicina a C (v. 10 mi failla ‘l pensar; mi falh al pensar C, falhir al p. R, qe failla el p. M, men failla p. I K; - v. 19 Ben degra mi per semblan dreg guidar; identico in C, mentre R ha Bem degra lieys que sembla me guidar, M Ben degra mi cil qil sembla gidar, I K Bem degra missil quel senbla guidar - v. 28 C’anquer sirvent am mais aitals turmens; quenquier siruen ab des... C [il resto è scomparso per l’ablazione di una iniziale], que aten de lieis ab deziran cossir R, q’iel qer amand seruent am tal turmenz M, Quil quier (quer) siruen aman ab tal turmenz I K; - v. 38 Quieu soi sos hom iuratz e plevitz; quieu suy sos homs e iuratz e pleuitz C, queiel soi sieus autreyatz R [om. e pleuitz], qaissil sui ferms autreiatze p. M, Qaissil sui ferms autreiatz e p. F, caisil (caissil) sui ferms autreiatz e p. I K; - a cui si possono aggiungere en aisi del v. 13 ove e = C R, mentre M I K hanno tot aissi nonché lestela e larma dei v. 17 e 39): sì che dobbiamo ammettere che e rappresenta un testo contaminato, ove sulla lezione di M si innestano saltuariamente lezioni della tradizione rappresentata da C, desunte non direttamente da C, ma da quel ms. affine a C ora perduto che il Plà ebbe presente (cfr. K. BARTSCH, Beiträge zu den romanischen Literatur, in Jahrbuch f. engl. u. rom. Lit., XI, 1870, p. 42). Non è possibile stabilire se le lezioni individuali C’ans me (v. 39), la plus grazida (v. 43), E tan plazens e de bos faitz complida (v. 44) si debbano a lezioni individuali di tale ms. perduto o a ritocchi del Plà. Nulla di particolarmente notevole offre χ, che per la lezione per so del v. 3 pare avvicinarsi al gruppo Dc F I K, e più particolarmente a F (infatti non ha le lezioni caratteristiche di I K on e chauzens al v. 1, uiures del v. 2, homs del v. 5 ecc., mentre manca dell’errore mon di Dc al v. 8). Le lezioni individuali smarritz del v. 5 e es del v. 7 sono quasi certamente errori di copia o alterazioni del Barbieri. Di χ non si sono date le varianti nell’apparato.
Grafia di C, integrato, per i v. 1-4 e 28-35 (mutilati per l’ablazione della iniziale ornata della lirica) da M.
È certo che la canzone fu scritta in Provenza; quasi sicuramente essa venne composta per Guida di Rodez, come mostra il gioco di parole dei v. 15-18. A Guida si riferisce il senhalsN’Agradiva(cfr. p. LXI).
Schema metrico: a10 b10 b10 a10 c10 c10 d’l0 d’10. Cinque coblas unissonans e doppia tornada(cfr. p. CXLV).