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Boni, Marco. Sordello, Le poesie. Nuova edizione critica con studio introduttivo, traduzioni, note e glossario. Bologna: Palmaverde, 1954.

437,024- Sordel

 

E) COMPIANTO

 

XXVI

(IN MORTE DI BLACATZ)

 

 

I rapporti tra i manoscritti — come è naturale, trattandosi della lirica più famosa di Sordello, che dovette essere trascritta moltissime volte — sono assai complessi. Nettamente individuato è il gruppo S a’, che manca della seconda tornada (v. 43-44) e presenta una serie di errori e di lezioni sicuramente deteriori (v. 2, 5, 6, 7, 8, 9, 11, 13, 15 ecc.), contrapponendosi per di più a tutti gli altri codici in una lunga serie di varianti che non sembrano varianti d’autore ma appaiono piuttosto ritocchi di copisti (parecchie di esse si presentano a prima vista come lectiones faciliores), e che comunque attestano una stretta affinità. Tutti gli altri codici (A C Da I H K R: si tralascia naturalmente Dc, che ci conserva soltanto due versi, i quali non recano alcuna lezione che permetta una classificazione anche approssimativa) sono dal Bertoni riuniti in un unico grande gruppo, da contrapporsi a S a’; e potrebbero effettivamente discendere da un unico capostipite: ma bisogna riconoscere che a rigore mancano gli elementi per dimostrare che tali mss. formano veramente una famiglia, poiché in essi non si nota alcun errore comune, né alcuna comune omissione; sì che rimane sempre ammissibile la possibilità che essi discendano indipendentemente dall’originale di Sordello. Tra questi mss. si può isolare, al solito, assai chiaramente la coppia I K (cfr. specialm. l’omissione di tug al v. 4, l’omissione di n dopo manje, il Pel dei v. 17 e 25 in luogo di Del, gli errori auich e de meillan del v. 27 ecc.). A I K si può accostare anche qui Da, che ha in comune con I K i due errori franceis al v. 13 e el se al v. 36, nonché l’omissione di en al v. 23. Al gruppo Da I K sembra legato anche A (che, come è noto [cfr. IX, Davantal] è apparentato con tali mss. e che già più volte vi si è mostrato anche per Sordello affine ad essi), per la lezione del v. 27 (auch sai A, sai Ruich Da, sai auich I K, contro sai pres H, il (l) pres S a’, pren sai C R). La composizione del gruppo A Da I K così risultante è però anche qui, come altre volte, complicata dal fatto che A e Da si accordano fra loro nella lez. per un dos del v. 21 — la quale, si noti, dà luogo in Da a un’ipermetria —: sicché Da, mentre per un lato appare particolarmente legato a I K, dall’altro appare affine ad A; il che farebbe supporre in Da o in A una contaminazione. Un gruppo a parte sembrano formare, come ritiene anche il Bertoni, C R, quasi sempre concordi o assai vicini fra loro (i quali però hanno in comune un solo errore, le in luogo di lo al v. 13). H pare isolato; ma sembrerebbe risentire qua e là della tradizione rappresentata da S a’ (cfr. v. 13 lhonratz, v. 24 mairel). Si può quindi proporre, con qualche riserva, segnando con linea punteggiata i rapporti più incerti, e rinunciando a indicare i rapporti laterali supponibili tra A e Da e tra H e S a’, il seguente stemma

 

Per la grafia ho seguito C, che in complesso è il ms. che dà il testo migliore (in A vi è qualche lezione sicuramente deteriore, dovuta a ritocchi di copisti: cfr. v. 14, 15, 22).

La lirica, come già si è detto (cfr. l’Introduzione, p. LXX e seg.), è anteriore al 23 marzo 1237, e deve considerarsi scritta nei primi mesi del 1237 (come è più probabile), oppure, al più presto, nel 1236. Cfr. anche le note ai singoli passi. Sordello doveva trovarsi allora alla corte di Provenza (cfr. la nota al v. 37).

Schema metrico: a12 a12 a12 a12 a12 a12 a12 a12. Cinque coblas singulars e doppia tornada (cfr. p. CXLIX). 

 

 

 

 

 

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