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Boni, Marco. Sordello, Le poesie. Nuova edizione critica con studio introduttivo, traduzioni, note e glossario. Bologna: Palmaverde, 1954.

437,029- Sordel

 

D) SIRVENTESI

 

b) Sirventesi morali

XXII

 

Strettamente affini si rivelano al solito I e K, che, oltre a mancare della seconda tornada (la quale manca, in verità, anche in F; ma tale ms., come si è visto, reca un testo frammentario), presentano vari errori comuni (v. 4, 6, 11, 20, 25, 28, 36), e concordano anche in altre lezioni caratteristiche (cfr. ad es. i v. 17, 21, 23). Chiaramente apparentati, e assai strettamente, sono anche I² K², che attribuiscono ambedue il sirventese a Aimeric de Peguilhan, mancano ambedue del v. 12, e hanno una serie assai copiosa di errori comuni (v. 3, 4, 7, 8, 13, 15, 16, 17, 18, 22, 23, 25, ecc.). Col gruppo I² K² sembra presentare qualche affinità T, benché non si tratti certo di parentela molto stretta. In realtà T non ha in comune con I² K² che un solo errore (v. 33, gran), non tale certo da provare la discendenza dei tre mss. da un ascendente comune; e altre concordanze che si possono constatare riguardano lezioni sostanzialmente indifferenti (v. 3, 7, 11, 33), mentre alquante altre additate dal De Lollis come prove di affinità (v. 17, 20, 25) non hanno alcun valore in quanto cadono in lezioni che, se non erro, vanno accolte nel testo. Però la concordanza che I² K² T presentano al v. 13 nella lezione sesforzon (sesfortçon in T), la quale potrebbe spiegare, se si ammette che fosse nel capostipite comune dei tre mss., sia l’omissione di que in T che l’omissione di li in I² K², interpretandole come correzioni miranti a ristabilire la misura del verso divenuto ipermetro in conseguenza della lezione sesforzon, e anche, in via subordinata, il fatto che I² K² T concordano nel tramandare la seconda tornada (che potrebbe anche ritenersi aggiunta dal poeta in un secondo tempo) mi sembra autorizzino a formulare l’ipotesi di una comune lontana origine dei tre testi. Più difficile è stabilire quale sia la posizione di F. Il De Lollis lo unisce a I² K² T, coi quali, secondo quanto egli afferma, concorderebbe «in lezioni salientissime»; ma tali lezioni sono anche qui da ritenersi autentiche e non provano l’affinità (l’errore nuls om registrato dall’apparato del De Lollis come comune a F T non esiste in realtà che in T: F ha solo nuls, senza om). A me sembra piuttosto che si possa formulare l’ipotesi di una parentela — benché non prossima — tra F e I K, per l’ill del v. 20 e le lezioni queis (qez) del v. 23 e so (sos) lignages (legnages) del v. 24. Ritengo perciò che si possa proporre, con qualche riserva per T e per F, lo stemma:

 

Grafia di I.

Il sirventese fu certamente composto in Provenza, e fu indirizzato, come appare dalle due tornadas, a Guida di Rodez (indicata col senhal di N’Agradiva al v. 36) e al re Giacomo I d’Aragona (v. 39-40). Mancano elementi per fissare più precisamente la data. Per le derivazioni da Peire Cardenal e da Guiraut de Borneill cfr. p. CXXIX.

Schema metrico: a10 b10 b10 a10 a10 c10 c10 (cfr. p. CXLVIII).

 

 

 

 

 

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