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Longobardi, Monica. I vers del trovatore Guiraut Riquier . "Studi Mediolatini e Volgari", 29 (1982-1983), pp. 17-163.

INDICE
 
 
 
 
1. I VERS DEL TROVATORE GUIRAUT RIQUIER
 
1. I testi lirico-strofici di Guiraut, esplicitamente rubricati come vers nelle due grandi sillogi C e R (1) che hanno accolto l'abbondante produzione poetica di questo trovatore, si affiancano e si alternano alle cansos — in significativa equivalenza anche numerica — nella prima sezione del libre messo insieme con ogni probabilità dallo stesso autore in base a criteri gerarchici di genere e in progressione cronologica e numerica (2). Congiuntamente, dunque, canzoni e vers rappresentano, all'interno del canzoniere riquieriano, il livello stilistico più alto, quello in cui il saber de trobar di questo dotto poeta dà la sua massima prova: risulterà infatti all'analisi che il suo impegno artistico, tanto spesso da lui esaltato, si è esercitato con eguale — se non maggiore — virtuosistica sostenutezza sulla tematica amorosa della canzone come su quella prevalentemente didattico-religiosa del vers. Tra i due ' generi ' (3), del resto, pur così accuratamente distinti e diversamente etichettati, intercorrono frequenti rapporti sia a livello tematico che testuale, che contribuiscono a tenere insieme e quindi a motivare il raggruppamento nel più importante capitolo dell'antologia dell'autore.
Da tale organico sottoinsieme, soltanto le liriche rubricate come cansos sono state recentemente estrapolate ed hanno ricevuto aggiornate cure editoriali (4), mentre il complesso dei vers resta ancora affidato, tranne qualche eccezione, alla ottocentesca edizione princeps di S. L. H. PFAFF nei Werke del Mahn (IV, 1853) (5). Procurando qui l'edizione del complesso dei vers, s'intende rimediare a tale ingiustificato scompenso, anche se non si fa che ribadire — ma forzatamente, allo stato delle cose — un'operazione in certo senso arbitraria, che sembra accentuare la divaricazione. La presente si configura come un contributo necessario ma non sufficiente, in attesa di un'edizione che reintegri e distribuisca canzoni e vers nell'ordinata successione voluta dall'autore ed eccezionalmente tramandataci dalla tradizione manoscritta. In effetti, anche un tipo di analisi apparentemente semplice come quella tematica si trasforma troppo spesso in un « discorso » in certo senso continuo, che presuppone la compresenza ed a volte la contiguità dei testi dei due gruppi.
In questa sede, dunque, scopo primario è quello testuale ed interpretativo. Le traduzioni che corredano i testi e che intendono ovviamente offrirsi in ogni caso come del tutto servili e sussidiarie, si presentano per alcuni di essi, particolarmente artificiosi (ad es. XIII e XVI), al limite di « proposte ». Per esaustive analisi linguistiche e tematiche (considerata l'insufficienza e la parzialità dei dati rilevabili in questa sede) si rimanda all'edizione critica completa dell'opera di Guiraut Riquier, in corso di elaborazione per la « Biblioteca degli Studi mediolatini e volgari » per cura di un'équipe di studiosi, che sarà accompagnata da un'ampia e articolata introduzione, da un glossario completo e dalla riproduzione fotografica dei manoscritti.
 
2. I vers di Guiraut Riquier a noi pervenuti sono in totale ventisei, anche se sicuramente progettati e molto probabilmente composti in numero di ventisette, come risulta dal salto nell'esplicita numerazione di C e dall'accordo di R nell'omissione del XII vers (6), ferma restando la corrispondenza dei due mss nell'ordine di successione di tutti gli altri testi. Il numero totale, restato virtuale per accidenti a noi ignoti, corrisponde a quello delle ventisette canzoni accolte nel libre, che con i vers intrecciano la cronologia, mentre ne sono distinte dalla numerazione progressiva che separa nettamente i due ' generi ' (abbiamo infatti due distinte numerazioni in C).
Dei due testimoni, C è senz'altro il più completo sia per quanto riguarda i vers, sia per quanto riguarda il complesso della produzione lirico-strofica del trovatore, perché R interrompe la trascrizione proprio nella prima sezione del libre, omettendo gli ultimi tre vers, per i quali C resta unico (e tale rimane anche per il ragguardevole ciclo delle pastorelle e degli altri varia lyrica, ad eccezione delle tre retroenchas tramandate anche da R).
Le peculiari modalità di trasmissione del canzoniere di Guiraut Riquier sono state da tempo individuate e sottolineate più volte, ed anche quando si voglia ridiscutere il « quasi gemellaggio » (7), generalmente sostenuto dagli studiosi di codicologia provenzale, dei due mss C e R, si tende a salvarlo proprio nella sezione riquieriana, vista come zona di « accord massif » (8). La già ricordata omissione parallela nella serie del XII vers costituisce di per sé una concordanza estremamente significativa sul piano ecdotico, sufficiente a rinviare più o meno direttamente le due distinte testimonianze ad un capostipite comune.
Sulla qualità del testo da essi trasmesso sono da tener presenti errori e lezioni caratteristiche che qui sotto elenchiamo. C presenta lezioni preferibili a R nei seguenti luoghi:
 
C
R
I, 27 en tal luec trieth
en tal luec meth
I, 34 tro n'aia veth
torn aianeth
III, 57 no·l visitaz
no·l volontatz
III, 58 esvarratz
es vertatz
V, 35 non va tro la guandida
non a tro l. g.
VII, 8 gran plazer (in rima)
plazers tans
X, 10 l'aug blasmar
l'aus b.
XV, 34 peneden (in rima)
penedens
XV, 55 e selh que li conten
e selh que li conssen
XVI, 56 esforsatz (in rima)
es forfaitz
XX, 11 e de dir ver tardius,
e de dir vertat dieus
XXI, 23 tortz s'afara (in rima)
tortz s'afassa
XXIII, 28 si patz fos essercada
si p. f. esserrada
 
Da aggiungere sul conto di R sono anche diversi casi di ipometria (I, 27; XI, 51; XIII, 34, 37; XX, 1; XXI, 21), l'errata indicazione di ' genere ' nella rubrica relativa al III vers, ed infine omissioni di notevole consistenza come le due tornadas del vers XX (già è stata rilevata la mancata trascrizione degli ultimi tre vers). Indizi di comportamento distratto del copista sono offerti dai numerosi casi di espunzione di lezioni errate che si osservano nei testi trascritti alle cc. 108r-109r; si confronti a questo proposito l'apparato in corrispondenza di XX, 23, 46; XXII, 12 (il fenomeno investe anche il testo delle canzoni ivi contenute: cfr. ediz. MÖLK nell'apparato relativo a XXIII, 44; XXV, 18; XXVII, 24 e 32). Può essere preso in considerazione inoltre il fatto che le rubriche si riducono alla semplice attribuzione proprio a partire dal vers XX e dalla canzone XXVI (c. 108r) per confermare quell'impressione di frettolosità (già rilevata da BERTOLUCCI P., Il Canzoniere, p. 243) in queste carte, che prelude agli spazi lasciati in bianco più avanti « pour d'éventuels compléments », secondo PIROT, p. 206.
Viceversa, la lezione di R è preferibile a quella di C nei seguenti luoghi:
 
C
R
II, 35 e IV, 44 an (cong. avv.)
ans
XIII, 19 enguan
enguans
XX, 39 mandan
mandam (Ia p. pl.)
XXII, 15 gandir
gardar (in rima)
XXII, 40 merit per totz temps
 
Sul conto di C sono da addebitarsi inoltre due casi di ipometria risolti dalla testimonianza di R (VI, 1 e XV, 59).
In complesso dunque C presenta, come già rilevato dall'editore delle canzoni di Guiraut Riquier (cfr. MÖLK, pp. 16-17), la trascrizione più attendibile sia dal punto di vista quantitativo, sia dal punto di vista qualitativo, e quindi da preferire in sede di edizione, strettamente verificata peraltro su R, la cui lezione sarà tenuta nel massimo conto, riportata in apparato e discussa nelle note (9) ().
 
2. NOTE
 
(1) C = Paris, B. N. Fr 856 (anc. 7226, anc. Mazar. 38); R = Paris. B. N. Fr. 22543 (anc. 2701, anc. La Vallière 14), cfr. A. JEANROY, Bibliographie sommaire des chansonniers provençaux, Paris, 1916, p. 3 e p. 13. Le sigle sono quelle fissate da K. BARTSCH, Peire Vidal's Lieder, Berlin, 1857 e riprese negli studi successivi. Per C, cfr. GRÖBER, pp. 574-583; A. JEANROY, Notes sur l'histoire d'un chansonnier provençal, « Mélanges offerts à M. E. Picot », Paris, 1913, I, pp. 526-533; PILLET-CARSTENS XII; BRUNEL, p. 43; MONFRIN, pp. 202-312; AVALLE, La letteratura, pp. 112-120; F. CHAMBERS, Matfré Ermengaud and provençal MS C, «Romance Philology» V, 1951, pp. 41-46; J. ANGLADE, Les miniatures des chansonniers provençaux, « Romania », L, 1924, pp. 603-604; FRANK, Babariol, soprattutto pp. 231-233.
Per R, cfr. P. MEYER, Les derniers troubadours de la Provence, « B. E. Ch. », XXXI, 1870 (poi in Histoire littéraire de la France, XXXII, 1898, pp. 57-78); GRÖBER, pp. 368-401; BERNHARDT, XXV-XLI; PILLET-CARSTENS p. XX; BRUNEL, pp. 56-59; PIROT, pp. 201-219; TAVERA pp. 233-249; sulle melodie cfr. J. BECK, Die Melodien der Troubadours, Strassburg, 1908; ANGLÈS, pp. 1-79; R. MONTEROSSO, Musica e ritmica dei Trovatori, Milano, 1956; GENNRICH, pp. 185-219 e CUESTA, pp. 592-700. ()
 
(2) A questo riguardo, si veda BERTOLUCCI P., Il Canzoniere. ()
 
(3) «... c'est le « genre » (mais le terme convient-il?) qui manifeste le plus clairement le saber et l'art du poète, en opposition à la canso, dont la réception correspondrait à un public courtois beaucoup plus large » afferma P. BEC nel suo recentissimo articolo Le problème des genres chez les premiers troubadours, « Cahiers de Civilisation Médiévale », XXV, 1982, p. 47, in nota, seguendo E. KÖHLER, Zum Verhältnis von « vers » und « canso » bei den Trobadors, in «Études de philologie romane et d'histoire littéraire offertes a J. Horrent», Liège, 1980, pp. 205-11. La vexata quaestio ha una lunga storia, le cui tappe più significative si trovano in JEANROY, II, pp. 62-69; U. MÖLK, Riquiers cansosund vers, in appendice all'edizione delle cansos cit. qui sotto n. 4; J. H. MARSHALL, Le vers au XII siècle: genre poétique?, « Actes et Mémoires du IIIe Congrès International de Langue et Littérature d'Oc », Bordeaux, 1965, II, pp. 55-63; RIQUE, pp. 49-52; D. RIEGER, Gattungen und Gattungsbezeichnungen der Trobadorlyrik, Tübingen, 1976.
A mio avviso, bisogna andare molto cauti nell'equiparare la versatilità tematica del vers delle origini (quando « tutto ciò che si cantava era chiamato vers », come afferma il biografo di Marcabruno) a quella recuperata più tardi, con conseguenze non certo indolori per il sirventes, principale vittima della fase di competitività tra i generi (cfr. in proposito RIEGER). La posizione di Guiraut Riquier è drastica nei riguardi del sirventese, eliminato dai dictatz principals nella Supplica ad Alfonso X e mai utilizzato nella classificazione per ' generi ' nel Libre (cfr. BERTOLUCCI P., rispettivamente Supplica e Il Canzoniere), dove viene attuata una rigorosa distinzione tra vers e canso nelle rubriche, accentuata dalla diversa numerazione progressiva. ()
 
(4) Si confronti l'edizione a cura di U. MÖLK, Guiraut Riquier. Las Cansos, Heidelberg, 1962 e le relative recensioni: J. H. MARSHALL, « French Studies », XVIII, 1964. pp. 146-147; P. BEC, « Cahiers de Civilisation Médiévale », 1963, pp. 195-196; F. CHAMBERS, «Romance Phìlology », XVIII, 1964-65, pp. 356-360; W. ZILTENER, « Zeitschrift für romanische Philologie », LXXXI, 1965, pp. 385-388. ()
 
(5) C. A. F. MAHN, Die Werke der Troubadours, in provenzalischer Sprache, I-IV, Berlin, 1846-53 (da completarsi con C. CHABANEAU, Cinq tensons de Guiraut Riquier, « Revue de Langues romanes », XXXII, 1888, pp. 9-127). ()

(6) Le rubriche di entrambi i codici localizzano ed evidenziano la lacuna, dichiarando concordemente i vers XI e XIII contigui nel Canzoniere. ()

(7) Cfr. AVALLE, La letteratura, p. 114. ()

(8) TAVERA, p. 249, pur collocandosi decisamente in una diffusa tendenza alla rivalutazione di R (contro il quale riafferma il giudizio di « moindre qualité » PIROT, p. 216): cfr. I. FRANK, De l'art d'éditer les textes lyriques, « Recueil de travaux offerts à M. Clovis Brunel», Paris, 1955, I, pp. 463-475 e GUIDA p. 118, a cui fa riscontro una serie di voci d'allarme su C, cfr. BERTONI, pp. 187-188; FRANK, Babariol, p. 232. Nel caso del libre di Riquier, comunque, non è di secondo piano il discorso sul complesso organico del Canzoniere, che solo la combinazione dei due manoscritti ricompone, nella ricchezza delle corrispondenze, dei generi, del binomio testi e melodie. ()
 
(9) Gli interventi dell'editore sono limitati allo scioglimento della nasale abbreviata a seconda dell'etimologia; alla risoluzione della nota tironiana con e davanti a consonante e ez davanti a vocale (cfr. MONFRIN, pp. 297-298); alla sostituzione con j dei casi di i iniziale o post-consonantica (cfr. CRESCINI, XXII, nota 1); all'integrazione fra parentesi quadre, nonché all'aggiunta della punteggiatura e dei segni diacritici secondo l'uso ormai consolidato. ()

 

 

 

 

 

 

 

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