Si registranoi soli vocaboli che danno motivo ad osservazioni di qualche interesso.
caimen, XV, 2. Questa parola che significherà decadenza, non è registrata nei glossari. Lo Schultz-Gora (ZRPh., XXXVII, 471) propone ingegnosamente di leggere traimen; ma la lettera del ms. è ben chiara o d'altronde non pare si possa escludere questo vocabolo, che si riattacca al verbo cazer. Anche non va dimenticato che il poeta è italiano e poteva aver presente: (de)cadimento,ecc. Il Jeanroy mantiene pure caimen, Ann., cit, p. 2 dell'estr. Si cfr. ora R. Sternfeld-O. Schultz-Gora, Op. cit., pag. 3, n. 2.
doloiros, III, 24. Parecchi esempi di doloiros per doloros sono dati dal Rayn., Lex;., III, 63, 2.
garzos, III, 63. Si cfr. una mia nota in Giorn. stor.d. lett. ital., XXXVI, 461. Si veda: V. Crescini, Testo crit. e. illustr. di «Pax in nom.» in Atti del R. Istituto Veneto, T. LIX, P. II, p. 699, n.
genzic, I, 5. Nel limosino mod. ha il significato di «agacement». Si veda la nota al testo.
pena, VI, 50. Corrisponderà all'ant. franc, penne.
privat, VI, 14. in privat sarà ugnale a: aprivat. Rayn., Lex., IV, 647, 2.
qit, IV, 66. = quiti, Rayn., Lex. V, 31, 1.
Roais, VI, 17. È Edessa; ma qui è adoperato Roais per la rima senz'altro.
tenen, IX, 59. Rayn., V, 332-333 traduce per tenace e dà questo esempio: Ges no deu hom valens abitar — ab home ric vil, escars tenen (R. Gaucelm).
terrail, I, 31. Scrivo tarrail (o terrail) con due rr per conformarmi agli esempi dati dal Mistral, terrai, tarrai, tarraia, ecc. Rimando tuttavia a ciò che ho scritto in Giorn., cit., pag. 460, n. 2.
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