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Del Monte, Alberto. Peire d'Alvernha, Liriche. Torino: Loescher-Chiantore, 1955.

323,013- Peire d'Alvernha

2. ZENKER: cosselh ben. Ma ben manca in Va, quindi mancava nell’archetipo ed è correzione di CERTbk. Né però la lezione di V mela, né quella di a mia ha senso: era dunque già corrotto l’archetipo: l’emendamento più cauto pare me lo.
ZENKER: que l’escout, aquest ecc.; ma cfr. SCHULTZ-GORA, Lit.-Blatt, 1902, 71.
 
4. sos cors: cfr. nota a III, 42.
 
6. ZENKER: que anc; ma quel è lezione comune a Vabk.
 
6-7. Cfr. nota a XII, 81.
 
8. Sia la lezione di V gei sia quella di aCERT de è corrotta. L’emendamento è dello ZENKER.
 
10. ZENKER: d’outracujat albir; SCHULTZ-GORA: lotracudat dalbir.
 
12. Cioè: degradano le cose elevate.
 
14. Cioè: non desiste dall’inseguirlo, dal perseguitarlo.
 
15. ZENKER: sen, con la rinuncia a capire; ma cfr. SCHULTZ-GORA, loc. cit..
 
16. ZENKER: quant e. ni c. estout; ma rinuncia a capire. Qu’anc è lezione da adottare perché comune a VaT. La parola in rima non può essere estout, altrimenti si ripeterebbe al v. 30, ciò che è improbabile in Peire d’Alvernha. Per coratge = collera, cfr. LEVY, Pet. Dict., s. v.
 
16-17. SCHULTZ-GORA, adottando la lezione ZENKER: scherno e oltracotanza, se talora germogliano, non fioriscono mai.
 
17. bruillet: la vita umana, il mondo.
 
18. ZENKER = e il giardino mostra un cattivo ritardo, con una speciosa e non persuasiva spiegazione in nota.
Giardino di mala attesa: cioè in cui si attendono, si sperano solo cose malvagie.
 
20. frucha: deve preferirsi perché è comune, a VRa.
tequis: ZENKER = Blüte (?!). Cfr. LEVY, Pet. Dict., s. v.; BERNART DE VENTADORN, ed. Appel, 40, 36; GUILHEM DE CABESTANH, ed. Langfors, 3, 10; e cfr. anche GODEFROY, Dict., s. v.
 
21. ZENKER: e li traitor neisson tug clop = und die Verräter werden alle lahm geboren, con altro specioso commento in nota. L’intrador è lezione che s’impone perché in essa s’accordano VaT. Intendi: coloro che entrano in questo giardino, nella vita umana, ne escono (= muoiono) tutti storpi (in senso morale, cioè: resi deformi dai peccati).
 
22. Trapasso assai prosastico dal prologo, in cui il poeta difende la propria poesia moraleggiante dai sarcasmi e il tema centrale, l’idea della morte (cfr. SCHELUDKO, N. M., 38, 240 e 247 ss.), svolta in modo discorsivo, ma con una certa incisiva crudezza, e in cui predomina la polemica contro l’avarizia e quindi traspare già il motivo dell’eguaglianza sociale davanti alla morte proprio della danse macabre.
ZENKER: era·s vuelh = jetzt will ich Euch. Qui si adotta la lezione di V.
 
24. Letteralmente: se ne dovrebbe fare ben meritare.
ZENKER: der solite sich wohl damit bedienen lassen.
 
25-26. Cfr. MARCABRU, ed. Dejeanne, 22, 41.
 
26. ZENKER: non donaria.
 
27. Letteralmente: la fine verrà alla bocca. JEANROY, Rom., 32, 313: boca il; ma è lezione isolata.
 
28. Cfr. Ps. 50, 9.
 
30. estout: divenuto nome proprio sia in prov. (Estout de Vertfueil nel Jaufre) sia in ant. fr. (Estout de Langres in Ille e Galeron ed Estout l’Orguilleux nel Tristan di Thomas; e si ricordino anche l’Orguelleus de la Lande e l’Orguelleus de la Roche nel Perceval di Chrétien de Troyes).
 
31. S’intenda: in questa vita terrena.
 
37. dreitz huils garda: cfr. LEVY, Pet. Dict., s. v. gardar.
 
39. mort aucis: cioè risorse. Si potrebbe forse anche intendere: cancellò il peccato (morte in senso morale) degli uomini; ma pare forzato. JEANROY: e poiché la morte ha colpito quello stesso che… come esitare a credere che anche noi morremo? Ma mort (lezione da adottare) è caso obliquo; ne risultano tre versi assai banali; la morte del Dio-uomo, infine, è un mistero estraneo alla legge della natura umana.
 
41. ZENKER: no·ns.
 
42. al temps: cfr. nota a VIII, 12.
 
42. fetz: verbum vicarium.
 
43. L’archetipo doveva dare Me (comune a V e CR) son intrat (comune a V ed ETa), lezione, dunque, già erronea, che s’è corrotta ancor più in CR, che hanno perduto intrat, aggiunto, per ristabilire la misura, deques, e corretto meson in meton; e in ETa, che hanno mutato me in mout. Il modo più cauto d’emendare l’archetipo è correggere me in mes (= mais), ché la vicinanza di due s (mes son) ha potuto provocare la caduta d’una di esse. Erroneamente, ZENKER: Mout son intrat.
 
44. ZENKER: quelli che minaccia l’ultimo agguato. Ma escout significa «scolta, sentinella» e al escout «all’erta», quindi: coloro che stanno all’erta per l’ultima volta.
 
45. Cfr. FOLQUET DE ROMANS, ed. Zenker, 9, 37-39.
 
48. vis: ZENKER = Mund (? !).
In E seguono e in R precedono la tornata altri cinque versi, certamente spurii: E mentre sals (R sas) nis ve chauzir. aurial mestier que saizis. de (R manca) gloria eslonhes (R noies) dels (R del) portz (R manca). don eis lo (R los) sembels (R sembel) eltrais (R estran). que plumals (R planhis) fols erefolop (R enrenolops).

 

 

 

 

 

 

 

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