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Del Monte, Alberto. Peire d'Alvernha, Liriche. Torino: Loescher-Chiantore, 1955.

323,021- Peire d'Alvernha

1. Cfr. ISAIA, 7, 14; MATT., I, 23.
 
3. trinus: latinismo; cfr. vv. 10, 53, 56.
 
4. Cfr. XVIII, 80.
 
5. Cha una sillaba in meno; R una in più. Si mantiene la lez. di questo, eliminando el, anche se la corrispondenza dell’es di C all’el di R insinua il sospetto che esso fosse già nell’archetipo. Ma, per conservarlo, occorrerebbe elaborare la lez. dei mss.
L’appellativo di padre al Cristo non è raro; e similmente per lo Spirito Santo; cfr. ZORZI, Valori religiosi nella letter. prov., p. 174, il quale propone anche l’emendamento (ma non necessario): e cascus par e complitz.
 
8-9. ZENKER introduce la necessaria correzione di en dei mss. in e; ma poi traduce: In verschiedenen Worten vereinigt, ganz in (!) einer Dreiheit (!!); che non corrisponde alla lez. da lui stesso stabilita.
 
20. Si segue l’emendamento dello ZENKER.
 
22-28. Per l’interpretazione del LOWINSKJ, Z. f. franz. Spr. u. Lit., 20, I, 169, cfr. la nota dello ZENKER. Questi corregge felicemente l’ab (R am) sey dei mss. in anceis, emendamento che qui si accetta ma traduce: vv. 23-24, denn der Strahlende bestimmte es (ma che cosa? forse di essere eterno?!) im Anfange, bevor ecc. Secondo me il poeta insiste sull’idea dell’esistenza di Dio coi suoi attributi ab aeterno, e quindi dice che Egli di già splendeva prima che creasse la luce, poiché la luce di Dio è altro dalla luce del creato.
resplanden: lett. = risplendendo.
de prim: cfr. SW, s. v.; GUILHEM MONTANHAGOL, ed. Coulet, 3, 18.
destinet: cfr. RAYNOUARD, Lex., s. v.; BERNART DE VENTADORN, ed. Appel, 35, 41.
 
28. ZENKER: und dass nichts untergehen kann.
 
29 ss. ZENKER dichiara: «in hahem Grade unbehülflich undschleppend»la costruzione di questa strofa. Ma in realtà èlui che la rende tale separando il v. 30 dal v. 31 e non il v. 31 dal v. 32 e traducendo quindi: 30-32, wodurch die erste Sünde gelöscht wurde; und es war grosses Leid dass ecc.
 
35. sobre sos vestirs: cioè dalle sembianze umane onde s’era vestito, dalle spoglie mortali. Infatti nell’esegesi biblica i vestimenta simboleggiavano il corpo umano; cfr. RABANO MAURO, Allegoriae in Sanctas Scripturas, P. L., 112, 1075; GOFFREDO, Homiliae Dominicales, ibid., 174, 219.
 
40. ZENKER: per qu’el quels d’ifern mespres = wodurch er die in der Hölle betrog; ma mesprendre non si rinviene col significato qui attribuitogli. Non pare quindi che questo verso alluda alla discesa di Gesù all’inferno (si potrebbe al più dire: biasimò quelli d inferno ma alla delusione del demonio per la resurrezione del Salvatore degli uomini. Si potrebbe anche emendare petz d’ifern.
 
46. e pus: ZENKER pur proponendo l’esegesi qui accettata in nota, traduce poi, «und dann» continuando «als er... herabkam, wurde er... geschen».
 
49. als sieus: ZENKER = von den Seinigen (!).
 
52. ab bona entencio: non dipende da laisset, come crede lo ZENKER (non avrebbe senso), ma da aver. Cioè: per avere oltre la loro buona intenzione anche l’eloquenza degli Apostoli, la possibilità di attuare la loro buona intenzione.
 
53-56. Lo schema metrico esige l’espunzione di una delle due ultime rime in m -o e l’introduzione di una rima in -us. Il LOWINSKJ propose:
 
Lo sieu sant espiritus,
Don cascus discipulus
Fos fortz e ferms — so’s estrus —
Per la benedictio.
 
Lo ZENKER, invece:
 
lo sant esperit sa jus,
don cascus discipulus
fos forz e ferms sos estrus
com dieu benedictio.
 
A parte le obiezioni dello Zenker al Lowinsky, entrambi gli editori introducono l’intero verso 53, espungono il penultimo dei mss., emendano l’ultimo. Non è un intervento eccessivo? Pur non pretendendo ripristinare la lez. originale, si vuol qui tentare un emendamento che mantenga un maggior rispetto ai mss. Prima di tutto: è giusto supporre che il verso mancante (in -us) sia il 53esimo? Il Lowinskj e lo Zenker debbono essere stati indotti a crederlo dal don iniziale del verso seguente; ma se questo don seguisse un sostantivo, sarebbe più probabile l’indicativo nella proposizione da esso dipendente. Una volta orientati che la rima mancante in –us sia nel v. 55, è illegittimo sostituire il verso tramandato dai mss., ma par più prudente conservare gli elementi comuni sia a C che a R, cioè: com dieus... es... E ciò permette di mantenere intatto il v. 56 (si noti che lo Zenker lo dà con un senso assai dubbio). Com’è perspicuo, essendo nell’VIII e nella IX strofa b = a, lo schema delle rime diventa: a a a b b b a.
 
66. ZENKER: que es sus = der oben wohnt (?!)
 
67. ZENKER: cor  = Herz. Ma è banale, mentre mon cors e m’arma  esprime la totalità della dedizione.

 

 

 

 

 

 

 

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