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Bertoni, Giulio. I trovatori d'Italia. Modena: Editore Cav. Umberto Orlandini, 1915.

457,020a=016a,001- Uc de Sant Circ

In queste due strofe dobbiamo vedere uno scherzo alle spalle di un «ser Ardizzone», che non conosciamo e che non abbiamo elementi per identificare neppure con una certa probabilità. Il nome di Ardizzone non può dirsi frequente, ma neppure addirittura raro negli antichi documenti. Rolandino (M. G. H. Script, XVIII, 58) ricorda un «dompnus Ardizonus de Vercellis» divenuto podestà di Padova nel 1233. Non vi sono ragioni per credere che questo personaggio possa essere il «ser Ardiçons» del nostro componimento. Jeanroy-Salv. De Grave, Uc de S.-C., p. 191. Le due strofe debbono essere state scambiate alla corte stessa dei Da Romano e come Sordello vi figura quale intercessore presso Alberico in nome di Ardizzone, così bisognerà bene ammettere che il nostro testo sia anteriore alla fuga del trovatore di Góito per la Provenza, cioè, a quando è lecito congetturare, anteriore al 1228-1229 (data proposta dal Diez e accettata dai nuovi studiosi di Sordello). De Lollis, Sord., p. 9. Bertoni, Nuove rime di Sord., in Giorn. stor. d. lett. ital., XXXVIII, 277.
 
2. Qu'ieu vos deia mostrar, «ch'io vi mostri» con dever usato quale verbo servile. Jeanroy-Salv. De Grave, Uc de S.-C., p. 209. Ho raccolto esempi antichi italiani nel mio studio sulla Prosa della Vita Nuova, pp. 21-22. Vedasi la n. 2 al nostro testo n. VII.
 
4. meils. Credo che si tratti proprio di «miglio» e non di «granoturco» (Jeanroy-Salv. De Grave, p. 209), perchè il miglio fu certo usato per la nutrizione umana. Bertoni, Romania, XLII, 112.
 
6. lo. Ci si aspetterebbe veramente il più corretto o nella lingua di Uc de Saint-Circ, ma qui potrebbe aversi un italianismo dovuto a un copista (forse allo stesso copista di N). Del resto, anche lo trovasi in testi provenzali. Notisi poi che anche qui e al v. 10 come in altri casi, il nome di Sordello è accompagnato dall'articolo. De Lollis, Sord., p. 1.
 
7. erbas de moill. Letteralmente: «erbe di moglio» («moglio» è un dialettismo italiano settentrionale per «molle» anche nel senso sostantivato: «il molle»). Cfr. spagn. armuelle (herba mollis). Forse l’«erba di moglio» era un ammolliente.
 
14. de si dire. Per si, v. Raynouard, Lex., V, 224; Mistral, II, 884. Sulla frase ni·l si ni·l no, che può essere qui ricordata per il suo si, si cfr. una nota di Jeanroy-Salv. De Grave, Uc de S.-Circ, p. 178.

 

 

 

 

 

 

 

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