Notes - Anmerkungen - Notes - Notas - Notes - Note - Nòtas

Bertoni, Giulio. I trovatori d'Italia. Modena: Editore Cav. Umberto Orlandini, 1915.

344,005 et 457,028- Peire Guilhem de Luserna

Per la ricostruzione critica di questo componimento, mi sono valso naturalmente di alcune correzioni proposte da coloro, che hanno studiato il testo (XXIII). Se la correzione di sous man (7) in so vos man e quella di saubra in sabra (12) sono evidenti, non altrettanto può dirsi di qell (13) in qill (Levy, Zeitschr., XXII, 124), di descerna (II, 9) in desterna (Jeanroy, Rev. d. l. rom., XL, 394) e di li ric (22) in luec (Mussafia, Rass. bibl. d. lett. ital., IV, 309; Meyer, Romania, XXVI, 96). Di altri ritocchi parlo nelle note seguenti, per ogni caso speciale.
 
I, 12 si tailla. Ms. sis tailla. La proposta del Levy (p. 124) di mutare sis in si mi pare accettabile (cfr. al v. II, 13 vostres branz tailla). Invece, ni può essere, con profitto, cambiato in ni·s.
 
14-15. c'an en Proenza-Dompneiar. Per bene intendere questa allusione, importa ricordare che la terra occitanica era considerata quale la sede del perfetto corteggiatore. Chi svillaneggia Cunizza, dice il nostro poeta, è uomo che sa così poco dameggiare, da non poter ottenere fortuna in Provenza. È meglio consigliarlo a non recarvisi e a non passare neppure per Luserna, dove ha dimora il piacere e non la villania.
 
19. Don m'anpar. «Donde mi proteggo, mi guardo», cioè dalla soa malvolenza.
 
23. affar. Cfr. la nota al v. 9 del testo n. XI.
 
23-24. Vedasi la nota al v. 7 del componimento n. XXVIII (Sordello) e la nota 1 a p. 72 di questo volume. Per la locuzione de plasenza, si cfr. P. Vidal (Tant an): Ab un cairel de plazensa — Fabregat en foc d'amor; Peirol (Dieus): Chantaran un verset de plazensa; Sordello (testo n. XXVIII, 7): Silh qu'es donna de plazensa.
 
26. Jeanroy e Salv. De Grave traducono (p. 135): «La mesure et l'intelligence, voilà ce qu'il doit garder précieusement autant que la semence». L'interpretazione è ingegnosa, ma non mi pare del tutto convincente. Ritengo che per semenza significhi: «come seme di buone azioni, di buoni fatti».
 
 
II, 2 digatz. Il ms. ha dizatz, che Jeanroy e Salv. De Grave mutano in dizetz. Credo che dizatz sia stato ricavato da un copista italiano da un dijatz (digatz), come za da ja in parecchi mss. scritti nell'alta Italia.
 
2-3. Il senso è: «invece di dirci le lodi di Cunizza, diteci invece come cade, come discende la lucerna o il lume, lo splendore del suo merito», cioè: «diteci, invece, quanto i suoi meriti sono caduti». Il poeta ha voluto giuocare sulla parola luserna e, per ciò fare, si è espresso in modo alquanto astruso. La voce zai rappresenterebbe chai (cade, decade). Potrebbe anche trattarsi di jai (jacet), ma il senso sarebbe più duro. Anche Jeanroy e Salv. De Grave (p. 213) veggono in zai un chai. Grafie quali zambra, zantar ecc. sono ben note in ms. provenzali scritti nell'Italia settentrionale. Noto, infine, che luserna, col senso di «luce, splendore» piuttosto che di «lucerna, lampada» (cfr. Cligès, v. 734: Car es iauz fiert la luiserne — Ou li cuers se remire) passò qui al significato di «valore, merito» o qualcosa di simile.
 
5. fez ogan tal terna «ha fatto quest'anno un bel colpo [al giuoco dei dadi]». La terna è un colpo favorevole (Semrau, Würfel. Würfelspiel im alten Frankreich, p. 70); ma Cunizza ha vinto un cattivo giuoco.
 
10. saut usato qui in senso metaforico, come talora eslais «scarto dalla via retta, salto o slancio al di fuori della misura, dal decoro». Vedasi una nota, in proposito, di Jeanroy-Salv. De Grave, Uc de S.-C., p. 214.
 
18. Roncisvalla. La correzione è dello Jeanroy (Revue cit., 394). Il ms. ha iosafalla.
 
22. valla. È una mia sostituzione a calla pel ms., per evitare la ripetizione alla rima della medesima voce, sebbene con un senso alquanto diverso. Quanto alla locuzione no me·n calla (v. 21), cfr. Levy, Petit dict., p. 260.
 
26-27. cioè: «che nessuno faccia cose insensate, impossibili [come quella di difendere Cunizza]. In questa «tornada» par mancare un verso settenario femmino, forse: N'Uc de Saint Circ [senes falla].

 

 

 

 

 

 

 

Institut d'Estudis Catalans. Carrer del Carme 47. 08001 Barcelona.
Telèfon +34 932 701 620. Fax +34 932 701 180. informacio@iec.cat - Informació legal

UAI