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Bertoni, Giulio. I trovatori d'Italia. Modena: Editore Cav. Umberto Orlandini, 1915.

229,001a=150,001- Guillem Raimon

La mia ricostruzione è in più punti congetturale; ma le supposizioni sono necessarie quando, come nel caso presente, il testo sia guasto e il ms. riesca a peggiorare ancora, per le disattenzioni del copista, la lezione del componimento. Non ho la pretesa di aver ristabilito l'originale della difficile tenzone, ma spero di essermici avvicinato. Il lettore giudicherà. Nessun conto ho potuto fare della ricostruzione e traduzione tentata dal Casini, Trov. nella Marca triv. cit., p. 36, perchè in troppi errori egli è incorso (errori scusabili, dato il tempo in cui apparve il suo studio). Molto migliore, naturalmente, la ricostruzione del Crescini, Man. 2, p. 373.
 
26. Il Cresc. stampa d'el (ms. dels) nos'e triz, ma d'el falsa la misura del verso. Bisogna dunque sopprimerlo. Quanto a triz, scrive lo stesso Crescini (p. 515): «Triz, inganni, menzogne = trics, letto male trits, onde tritz, triz?» Io propongo, invece, criz, cioè: «gridi» che s'accorda passabilmente con nosa, cioè: «rumore».
 
30. Mor non accontenta, ma non trovo nulla di meglio (1).
 
33. Accetto la lez. del ms. non an de for, ammettendo che or (v. 34) stia per ors (or per aur, italianismo). Tuttavia, i casi nel nostro testo sono per regola rispettati. Altro italianismo al v. 37 trezor e al v. 38: d'or invece di q'aur ovvero [que] d'aur (2). Parlo di italianismi, ma potrebbe darsi che si trattasse di francesismi. Se sono veri e propri italianismi, è curioso notare che sono in rima.
 
44. Nelle forme in -est il Crescini vede (e si capisce perchè) altrettante 2e pers. sing. del perfetto. Però, a ben guardare, è più probabile che vi si nascondano delle 2e pers. plurali. Lasciando da banda che -est = -etz si trova in certi testi quale una forma dialettale (cfr. Chabaneau, Rev. de lang. rom., S. III, vol. V, p. 213; Cloetta, Romania, XXII, 212) noterò che -est si rinviene anche in testi scritti in linguaggio aulico o illustre o trobadorico, che dir si voglia. Per es., Blacatz (Soltau, in Zeitschr., XXIII, 236): Ben car comprest so qu'emblez en la feira. E Folco: Cavaire, pos joglars est — Digatz lo pe per que perdest? Nel nostro testo XLVI, 39: perdonest.
 
51. Nel cod. manca un monosillabo in -est. Propongo dubitosamente dest, in mancanza di meglio.
 
63. brics. Che sia un vocabolo nuovo? La lezione del Crescini è quella del ms. es d'el plus antics. — Brics (2ª sing. sogg. pres. di brigar), ecc., ed è, in mancanza di meglio, accettabile. Io interpreto, con ogni riserva: «del più antico stampo».
 
67. Intendo: «ladro» cioè «ladro, come una gazza». Ma ho qualche dubbio. Ci si aspetterebbe veramente piga.
 
 
 
Note:
 
1) Penso col Crescini (p. 474), che mor si possa tradurre: è disonorato. «Sarebbe — dice egli — un morir moralmente, come si dice di chi si sia disonorato: è un uomo morto». ()
 
2) È noto che de per il secondo termine di paragone in una comparazione si trova in ant. provenzale e anche in ant. francese. Cfr. Tobler, Verm. Beitr., V, 28. ()

 

 

 

 

 

 

 

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