7. Johan] = infedele; cf. DUCANGE, s. v. «Iohannes» ; LITTRÉ, s. «Jean».
12. sirven] Piú che di servi in genere si tratterà de’ «minores fratres» degli Ordini militari di Gerusalemme. GUGLIELMO DA TIRO, narrando l’origine de’ Templari, scrive (nella versione in antico francese): «fu comandé que il [=i Templari] cousissent en leur chapes et en leur manteaus croiz de dras rouges, par ce que il fussent connëu entre les autres gens: einsi le firent li chevalier e li meneur frere que l’en claime serjanz» (lib. XII, cap. VII; ediz. P. Paris, Paris, 1879, p. 443); «quorum pene infinitus est numerus », nel testo latino, ivi citato in nota.
14. Non trovo notizie altrove di questa «acqua di Orlando» che può essere stata una qualche fontana o rigagnolo cosí battezzato da’ Crociati.
16–20. I principi sono: Riccardo Cuor di Leone, Luigi VII o Filippo Augusto, Alfonso VIII di Castiglia, Bonifacio di Monferrato e Federico I o Arrigo VI.
28. «Allusion à un conte où un Gascon, une fois au port, oublie le vœu qu’il avait fait au cours d’une tempête» ; così A. JEANROY (Anthol. des Troubadours, Paris, La Renaissance du livre, 1927, p. 119); il quale mi scrive che la storia è un «exemplum» di Jacques de Vitry, e che la si legge anche in una versione inedita da lui scoperta. Ivi l’eroe è un Guascone, come in P.; ma in un’altra versione, riassunta da Gautier de Coinci, è un Normanno (estratto in GODEFROY, Dictionn., s. v. «estaper», to. III, p. 601 a). |