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De Bartholomaeis, Vincenzo. Poesie provenzali storiche relative all'Italia. Volume primo con ventiquattro silografie. Roma: Tipografia del Senato, 1931

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392,025- Raimbaut de Vaqueiras

13. Guis de Nanteuil, protagonista della «chanson de geste» omonima (v. l’analisi di P. PARIS nell’Hist. littér.,XXVI, pp. 212 sgg.; ediz. di P. MAYER, G. de N., Paris, 1861, nella collez. Les plus anciens poètes de la France, to. VII). Le allusioni degli altri trovadori allo stesso eroe, v. raccolte da A. BIRCH-HIRSCHFELD, Ueber die den provenz. Troubad. bekannten epischen Stoffe, Halle, 1878. p. 70.  
 
20. En Folquetz] Folchetto di Marsiglia certamente, contemporaneo di R. e famoso trovadore, cui ben si addice la particella onorevole «En». L’opinione dello SCHULTZ-GORA, op. cit., p. 155, e dello ZENKER, Folq. de Romans, p. 15, che nel personaggio menzionato da R. si possa scorgere anche Folquet de Romans, non è attendibile, come ha giustamente rilevato lo STRONSKI, Folquet de Marseille, p. 53* nota. Il quale, per ciò che riguarda i versi cui allude R., pensa che siano i seguenti:
         E ja noi gart paubreira nuls hom pros
         Sol que comens, que Dieus es piatos
 
della canzone di crociata Hueimais noy conosc razo. Questo, seconde lui, sarebbe il solo passo al quale quella allusione potrebbe riferirsi, perché Folchetto ivi invita i poveri e i ricchi a crociarsi. Ma Folchetto compose quella canzone di crociata dopo il 19 luglio 1195 (STRONSKI, loc. cit.), epoca nella quale R. trovavasi già da oltre un anno in Italia. Deve trattarsi dunque di un’altra composizione di Folchetto, di data anteriore al 1194. Può pensarsi che, siccome R. esprime le incertezze e le oscillazioni dell’animo suo, dibattentesi tra il si e il no, tra la fiducia e lo scoraggiamento, così abbia alluso ai versi
         Don’, esperans’ e paor ai de vos
         Qu’ar m’en conort e aran sui duptos, &c.
 
della canzone Ja nois cug qu’ieu camje, vv. 25 sgg.; STRONSKI, op. cit. p. 65. Questa è posteriore al 1192, giacché il poeta accenna a Barral del Balzo, visconte di Marsiglia, come già morto. Le date, come si vede, concordano perfettamente.
 
21. Cartoza] Lo SCHULTZ-GORA, Le epistole &c., p. 155 nota, prestando fede alla lezione di C al v. 43, identifica senz’altro la località ricordata qui e al detto v. 43, con una «Quartona», che, egli dice, «era ed è una contrada del Monferrato (distretto di Casale)», cioè con Cardona. Se non che un’alterazione di questo nome da parte degli amanuensi in «Cortoza», «Corteza», come leggono i due codici, sarebbe troppo profonda; né ci si potrebbe appigliare a simile ipotesi se non in un caso disperato. Lo ZINGARELLl, Engles nelle rime di R. di V. (Miscell. Crescini, p. 132), la identifica con Cortazzone, nella Val di Versa. Ma Cortazzone si trova nel territorio Astigiano, non nell’Alessandrino. Non mi par dubbio che si abbia da ravvisare in quelle lezioni, più o meno sfigurato, il nome di «Cartosio», paese che trovasi per l’appunto lai part Alexandrina, sul torrente Erro. È una piccola borgata che serba ancora i i resti dell’antico castello. «Da due piccole torri», scrive il CASALIS (Dizion. geogr. degli Stati Sardi, III, p. 648), «da’ rimasti tratti di grosse muraglie e da una grande torre quadrata dell’altezza di cinque trabucchi, si conosce che in questo paese vi sorgeva, ne’ tempi andati, una fortezza di qualche momento». Cartosio apparteneva a’marchesi di Ponzone sino dal 1054; ibid. Agli stessi apparteneva ancora al principio del sec. XIV, come si vede da documenti del 1307 e del 1325 pubblicati fra i Monum. Aquensia, I, pp. 273, 390. La forma latina è ivi «Cartosium»; ma la forma provenzale in -a richiama alla mente quella di «Saluza» e simili, adottata da’ trovadori. Senza dire che può avere qui influito anche la voce «Carthusia», Certosa.
 
29. Andrieus de Paris, protagonista di un romanzo ricordato anche da altri trovadori, ma non pervenutoci in redazioni anteriori a Rambaldo di Vaqueiras. Vedi A. BIRCH-HIRSCHFELD, op. cit. p. 82 sg.

 

 

 

 

 

 

 

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