15. prendre] La presenza di un prendre al v. 11 sembrerebbe escludere che qui possa ricorrere la stessa parola in rima. Furono proposti pertanto gli emendamenti pendre «impiccare» (Restori), «rendre», (Bertoni) e fu proposto di dare a prendre il significato di «ricever colpi» (Jeanroy); v. Bertoni, I trovad. in Italia, p. 489. Io conservo il pr. de’ mss., dandogli il significato di «imprigionare», col quale poteva bene ripetersi qui, essendo di senso diverso dal pr. del v. 11. Ciò conduce a intendere Sil come «se egli»; ove non si voglia introdurre l’emendamento Sel(= se egli), penseremo a un italianismo dell’autore, se non de’ copisti.
32. I mss. Grant nogles Il Canello, in Riv. di filol. Rom., III, p, 6, propose l’emendamento: Can engles = cani ingesi. 33. broder guaz è lezione di D; borderguatz di IK. L’interpretazione del Crescini (gloss. s. guaz) «fratello, che cosa?» non mi soddisfa. Per quanto le parole «dovettero essere scelte fra quelle, familiari a’ Tedeschi, le quali paressero più accostarsi onomalopeicamente al gracidio delle rane», io opino, col Canello, che si tratterà delle voci brot e wasser, storpiale malamente dall’autore o da’ copisti: parole che, atteso il loro significato di «pane» e «acqua», gli Italiani dovevano più di frequente udir pronunciare da’ soldali Tedeschi, quando parlavano con loro.
46-7. Malgrat-de-toz] «Malgrado-di-tutti»: certamente un nomignolo poetico («senhal»). Il GASPARY (in Zeitschr. fiïr Rom. Philol., IV, p. 163) pensò potesse esso celare il nome di Guglielmo Malaspina (sui quale v. più oltre). Il BERTONI (Trovad. in Italia, p. 492), scrive: «Ogni congettura presentasi alquanto gratuita». Gratuita, certo, se riferita al Malaspina; non tale, se riferita a Guglielmo di Massa. P. parla di un personaggio di alta rinomanza, vivente in Sardegna. Ora nell’isola Guglielmo di Massa era il solo certamente tale. Egli aveva acquistato il Giudicato di Cagliari nel 1193 e vi si era stabilito; v. intorno a lui, per tacere d’altre fonti, C. DESIMONI, Sui marchesi di Massa in Lunigiana e di Parodi nell’Oltregiogo ligure, in Arch. Stor. Ital., X (1882), p. 337. Ebbe relazioni co’ trovadori: con Peire Vidal, Albertet de Sisteron, Elia Cairel (v. più oltre). Nessuna meraviglia che abbia avuto rapporti anche con P. della C. Ma ciò che’rende più verisimile l’identificazione è il fatto che il marchese di Massa, al momento della venuta dell’imperatore, non era in grazia di lui, ed aveva aderito alla Lega. Troviamo infatti che, il 27 aprile 1195, Arrigo VI, con diploma dato da Ortona, mentre confermava al conte palatino Ildebrandino tutti i diritti e le esenzioni concesse a suo padre dagli imperatori, gli conferiva altresì tutte le «regalie» sopra la città di Massa e il suo territorio; v. Archiv di PERTZ, VII, p. 25; TOECHE, Kaiser Heinrich VI, pp. 246, 674. Col quale atto ne spogliava il marchese Guglielmo.
55. È forse vano ricercare chi sia il «Veronese onorato» a cui P. della C. si rivolge. Certo il nome personale «Sail» esisteva (cf. per es. Sail d’Escola, che è un trovadore) con la forma obliqua «Salione» (CRESCINI, Man.3 p. 487). Quanta ad «Agaiz» il pensiero ricorre a Gazzo Veronese e a’ vari Gazzo, Gazzoi, Gazzola, Gazzuolo della toponomastica italiana («gazzo» = bosco dissodato, nel Mantovano e nel Veronese); oppure al personale Agazzo oggi rappresentato ampiamente dal gentilizio «Agazzi». Ma, se un «Sail da Gazzo» o «d’Agazzo» fosse esistito, difficilmente se ne sarebbe perduta la memoria, attesa la posizione elevata che avrebbe occupato. È piuttosto il caso di pensare, anche qui, a un nomignolo. Lo CHABANEAU ha trovato un esempio di nomignolo «Sail d’Agait» (= «scampa d’ agguati») nella Francia meridionale (Poésies inédites des troub. du Périgord, Paris, 1885, p. 39 n.). Resta sempre da chiarire chi veramente si nasconda al di sotto del pseudonimo.
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