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De Bartholomaeis, Vincenzo. Poesie provenzali storiche relative all'Italia. Volume primo con ventiquattro silografie. Roma: Tipografia del Senato, 1931

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457,038 - Uc de Sant Circ

3–4. Maifres Lanssa] Manfredi II Lancia, figlio di quel Manfredi I (di cui v. nn. XVI e XXXVIII) era nato tra il 1185 e il 1195. La frase del trovadore «c’om clama marques» non è gittata giú a caso. Dopo il disastro economico di suo padre (v. n. XXXVIII. nota 67), non soleva piú chiamarsi marchese: lo chiamavano cosí tuttavia gli altri, fra’ quali Federico II, di cui son noti i rapporti con Bianca Lancia; né soleva rievocare la sua origine di Busca, ma conservava solo l’appellativo di «dominus» (v. C. MERKEL, Manfredi I e Manfredi II Lancia cit., p. 68).

25–32. Osserva il MERKEL (op. cit., p. 147) che quel che U. di S. C. dice dello stato misero della corte del Lancia può accettare per vero «nonostante la loquacità e l’animo malevolo» del trovadore, perché «risponde alle condizioni in cui si trovava il nostro Manfredi, alienatosi da’ Ghibellini, non ancora in pieno accordo co’ Guelfi e sempre impigliato nelle guerre». Che la poesia sia uno sfogo del trovadore per essere stato poco ben ricevuto alla corte, parve al MERKEL (op. cit., p. 145) e parve anche al JEANROY e al SALVERDA DE GRAVE (op. cit., p. 155); in ogni modo è cosa verisimile, anche se U. di S. C. sembra aver fissato da tempo il suo domicilio in Treviso.

49–52. Manfredi Lancia fu eletto podestà di Milano nel 1252 ed entrò in carica il 1º gennaio del ’53: «In kalendis ianuarii [1253] marchio Lancia, propter invidiam quam habebat de Uberto Palavicino, tractavit cum Mediolanensibus, et elegerunt ipsum in potestate Mediolani; qui libenter suscepit illud regimen. Quod valde displicuit Papiensibus» (Ann. Placent. Gibell., p. 506). «Anno Domini 1253 ... Manfredus marchio Lanzia fuit, .LXXXII. potestas Mediolani per tres continuos annos» (GALVANEI FLAMMAE Manip. Florum, cap. CCLXXXVII). Confermato nel 1254, governò Milano per mezzo del suo vicario il bresciano Ginestro da Pontecarale e, confermato ancora nel 1255, governò per mezzo del vicario Filippo degli Asinelli (ibid. capp. CCLXXXVIII, CCLXXIX). Nel 1253 e ’54, era simultaneamente podestà di Novara (C. MERKEL, op. cit., p. 135). Costantemente ghibellino, ripetute volte investito degli uffici di vicario imperiale nell’alta e nella bassa Lombardia, si accostò alla parte guelfa dopo la morte di Federico II, precisamente, come si è visto, nel 1252. Intorno alle ragioni che lo indussero a quel passaggio possono vedersi le sagaci osservazioni del MERKEL (op. cit., pp. 126 sgg.). Il quale, a proposito del passo del trovadore «volgren faire seingnor», nota come esso illustri con un dato prezioso» il carattere dell’ufficio assunto da Manfredi Lancia in Milano. U. di S. C., infatti: «dice addirittura, trascurando la denominazione ufficiale, che i Milanesi lo avevano fatto loro signore». Siamo in un tempo in cui si veniva delineando la tendenza degli uffici comunali a modificarsi grado a grado per poi riuscire alla costituzione della signoria.

 

 

 

 

 

 

 

 

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