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Guarnerio, Pier Enea. Pietro Guglielmo di Luserna, trovatore italiano del sec. XIII. Genova: Tipografia di Angelo Ciminago, 1896

344,004- Peire Guilhem de Luserna

2. nim: ni non ha il senso indicato al n.º III, 2, e che ha poi nella enumerazione ; ma ha valore negativo « e non, nè », come anche nel verso seguente ; siamo dunque al caso dell' enumerazione negativa, ipotetica, indeterminata, per cui v. Diez , Gr. cit., III, 401. Questi versi richiamano quelli di G. Faidit : « Nom alegra chans ni critz D'ausels mon fel cor engres ecc. », Mahn, Werke, II, 109.
 
4. tan ni qan : modo avverbiale, nè poco nè molto. Cfr. Gaucelm Faidit : « E no pose giquir De leis tan ni quan », e altri es. in Bartsch, Chr.4 gloss e Lex. Rom.
 
8. m'a bella paria : midativo di commodo o vantaggio ; paria amicizia fra pari, ond'è qui usata con speciale intenzione dall' autore : « che ha per me bella amicizia ». Cfr. Giraut de Borneill : « Aras nous platz mos chans ni ma paria », Meyer, Rec. d'Anc. Tex, I, 82.
 
9. loc o no sui conoguz: quantunque il Bartsch, loc. cit. preferisca l'altra lezione, il contesto mostra evidentemente come questa, che ha il suffragio di codici autorevoli come DaI, sia la più appropriata.
 
10. en dreit de cortezia: qui dreit è sostantivo e la frase significa « in diritto di cortesia, secondo ragione di cortesia », cioè « fin dove lo permette la cortesia » ; però v. più innanzi al n.º V, 9 e 50. È inutile notare come questa lezione di DaDcGIPcpotesse facilmente essere sostituita dall'altra di più facile intelligenza : en ditz de cortesia che è in CER ; però molto più conforme al riguardo cavalleresco la prima frase, che limita in qualche modo le domande, mentre la seconda le lascia libere tutte, purchè fatte con cortesia.
 
13. razos: col valore di « opportunità, convenienza » cfr. Sordello. IV, 2 ; infatti la frase per q' es razos è ben sostituita dall' altra per qes taing in P.
 
17. queus n'ondre: complemento di termine di aura talan ; quindi traduciamo : « avrà desiderio di onorarvene ».
 
22. de mon plazer despondre; la preposizione de ha qui il valore sostanziale del lat. de, intorno a ; « voglio spiegarvi in tomo al mio piacere », cioè « ciò che mi piace ».
 
25. segon qu'el poders es: come al n.º II, 21, anche qui il sostantivo poders con esser tien luogo del verbo potere , onde : « secondo che è il potere, », cioè « secondo che può ».
 
26. c'us rics: secondo termine della comparazione : mi plaz mais.... c' us...
 
ib. rics malvaz: è il solito aggettivo, consacrato dalla tradizione trovadorica, che si dava a rics, De Lollis, Sord. p. 75 e 273 v. 22 ; rics ha poi valore di « signore » come già al n.ºIII, 22.
 
27. raire ni tondre: frase caratteristica di frequente ricorso nei trovatori, per dire « non riuscire a buscar nulla della ricchezza del signore ». Cfr. B. de Born : « No i es uns no 'l poscatz tondr'e raire », Lex. Rom., che allega anche il nostro verso, e per l' altra analoga « rasa e tonda », v. Stimming, B. de Born1, p. 277, Levy, G. Figueira p. 86 e De Lollis, Sord. p. 250 v. 6.
 
28. iorn ni mes: frase di uso frequente ; cfr. B. de Ventadorn : « Que ja pueis viva jorn ni mes », Lex. Rom.
 
35. qu' el iois: que è congiunzione con valore di « mentre che ». in luogo di entre que, domentre que ; cfr. B. de Ventadorn : « Ieu chant, que deuriar mielhs plorar », Lex. Rom., e Diez, Gr. cit., III, 319.
 
36. tot: avverbio, totalmente, del tutto.
 
37. e' mon: per en mon, dove tace il -n avanti ad altra nasale, cfr. anche al n.º V, 31.

 

 

 

 

 

 

 

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