3. nom cal marrir: intendi « non temo di sviarmi da gioia perfetta », dove nom cal vale « non mi do guardia », quindi « non temo ». Cfr. la frase estar a no m'en cal non darsi guardia, in Levy, Suppl. Wört. s. caler.
5. das : 2.a pers. pl. dell'ind. pres. per datz cfr. Crescini, Man. cit. LXIV, e due esempi simili in Peire de Corbiac : « Quan receubes per l'aurelha Dieu cui enfantes vergina », Raynouard, Choix, lV, 465.
9. en dreg vos : è modo avverbiale che esprime la direzione, come dicesse « verso », p. es. en dreg l'alba verso l'alba, Diez, Gr. cit. II, 452, e quindi anche il concetto di rapporto e di relazione, cioè « in riguardo a, rispetto a, in fatto di », cfr. Sordello, XXIII, 19 : « Mas en dreg mi ieu nom deg clamar ges » mai non debbo lamentarmi a mio riguardo. In questo significato si costruisce di solito con la preposizione de, p. es. Peire Bremon : « En dreg d'amor autra del mon nom platz » in fatto d'amore altra del mondo non mi piace, Crescini, Man. 38, 16 e cfr . Lex. Rom. e De Lollis, Sord., p. 279 v. 20. Però può anche mancare la preposizione, come davanti ai pronomi, v. più avanti v. 50. Infine dall' idea di direzione e rapporto, passa a indicare quella di essere « davanti, in faccia, di contro, in paragone » ; pel primo significato v. Lex. Rom. « Las vostras requerensas sian conogudas en dreg Dieu » le vostre domande siano conosciute davanti a Dio ; e per l' ultimo il caso nostro.
ib. agenza: mi pare sicura lezione in luogo di avenza dei mss., come suggeriscemi l'amico De Lollis ; onde interpreto : « chè altro servire (altra specie, maniera di servire) in paragone di voi, (del servir voi) non mi piace ».
13. vos es : ritorna la desinenza -s per la comune -tz ; un esempio in Girart de Rossilho : « Amica, digatz don es, penedensiers ? », Bartsch, Chr.4 41,34.
14. flors: nei tre codici è senza il -sdesinenziale, che ha regolarmente nel verso precedente e in quello seguente.
15. manca in tutti e tre i mss. Probabilmente non era che una semplice variante dell'enumerazione laudativa, flors de... , e con tutta facilità potè essere saltato via dal menante nella fonte originaria. Per queste lodi cfr., fra le altre poesie religiose, nella canzone di Arnaut Vidal : « Flors de paradis, ondrada Per los arcangels ondratz, Flors sus els tros aut montada, Flors que vostr' amic montatz, Flors de patz, Flors on gaugz s'es encastratz, ecc. », Bartsch, Chr.4 360,35.
16. a cuil mons ecc.: intendi « a cui il mondo fu dato, gioia perfetta ». Continua l'enumerazione : « voi siete fiore, a cui il mondo fu dato, voi siete gioia perfetta » ; quindi iois entiers non è apposizione, ma predicato nominativo dipendente, al pari degli altri che precedono, da es.
18. romazest: per la 2.a pers. pl. romazetz o romazes del perf. ind. della 2.a conj. debole ; la desinenza originaria -st' s, invece di ridursi ai soliti -tz o -z o anche al più raro -s , ha qui perduto solamente il s finale, onde sarebbe da aggiungere al Crescini , Man. LXV. Anche Gui Folqueys : « E tostemps verge remazist », Bartsch, Chr.4 294,2.
ib. verg' apres ; con g palatino per verges apres. Veramente le Leys II, 180 pongono questo nome tra gli indeclinabili, quando si riferisce a Maria Vergine, ma cfr. Diez, Gr. cit. II, 38n ; e quanto alla caduta del -s flessionale avanti apres, per la successione delle due desinenze es - es, cfr. Bertran de Born : « Jov'es domna que sap onrar paratge », per « Joves es ecc. » ediz. Stimming, p. 137 e Crescini, Man. LXXIV.
19. aguest : per aguetz v. sopra.
ib. ab menz de : propriamente « con meno di » ossia, « senza ». Nello stesso significato occorre tre volte menz de in Sordello, XXXX 86,664 e 709, qui al v. 27 e cfr. Appel, Prov. Ined. gloss. Un esempio di ab mens senza il de di Bernart de Ventadorn cita Crescini, Man. 5,15 e gloss. Parimente il cit. Gui Folqueys dice : « Aguist tu filh que ses semensa D'ome venc a vera naissensa » 294,9-10.
20. frug: di norma è indeclinabile ; qui è pl. come si vede da totz bos, complemento di fai foillar e florir, mentre nel verso precedente e al 22 tien luogo dell'obbliquo sing.
21. granar: produrre, cfr. Peire de Corbiac cit. : « Domna , roza ses espina, Sobre totas flors olens, Verga seca frug fazens, Terra que ses labor grana ecc. ».
25. via: è ovvio che nella ragione del verso va considerato come bisillabo, cfr. Crescini, Man. CLV. Non infrequente la tautologia via e sendiers, cfr. Bartsch, Chr.4 111,18.
26. c'adui: per c'adutz che adduce, cfr. Crescini Man. CXXXI n.
ib. qes: per que con l'appoggio enclitico del pronome riflessivo pleonastico, e preferisco questa lezione di Da per la ragione del verso, che così ha l'arsi sulla quarta sillaba, cioè sull'a unito per sinalefe ad home.
27. menz de: v. sopra al v. 19.
31. er tornatz e' nonchalenza: tornar qui vale « rendere, far divenire, ridurre », onde la frase vorrà dire : « ridurre in non cale, cader vano », Lex. Rom. Per e' che tien luogo di en, davanti a nasale, v. un identico esempio in B. Zorzi : « Car ai vist far deschasensa Tal que mes son amic e' nonchalensa ».
32. so servizis : m'astengo dall'aggiungere a so il -s di nominativo, perchè ben vi può tacere, come concedono le Leys II, 184, quando segua immediatamente una parola cominciante con s -, ilquale assorba, per così dire, la desinenza nominativale.
ib. so servizis, pos en so ecc.: così interpungo e correggo il vos dei codd. evidentemente errato. Si potrebbe pensare a un originario bos, facilmente svisato in vos; perchè le espressioni sos bos servizis, lo bos servizis sono fra le più comuni del repertorio trovadorico. Però siffatta correzione si complicherebbe con lo spostamento della parola nel verso ; il poeta avrà scritto certamente sos bos servizis, e quindi bisognerebbe ammettere che il copista, che si rese colpevole dell'alterazione, nell'incoscienza del suo equivoco, abbia poi creduto necessario uno spostamento. Veramente non se ne ottiene alcun senso, ond'io mi son deciso per pos, il quale pure per ragione grafica poteva di leggieri scambiarsi con vos e non richiede lo stento della trasposizione. Inutile dire che dietro pos « poichè », manca il que per la solita elissi già notata al n.º II. 15. Quanto a en so è da notare che la preposizione en serve qui per addurre il motivo in luogo di ab, per, cfr. A. Peguilhan : « En sa mort mor pret e joys e chans », e quindi vale « con ciò, in causa di ciò » ; venra poi è usato in senso assoluto per « arrivare, giungere », come nei versi : « Quar plus soven devria om venir Lai on hom a a viure et a morir », Lex. Rom. Il senso adunque di tutta la stanza è per me : « Ben so, donna, che chi vi ricorda e di buon cuore si dà a servirvi, serve se medesimo, perchè è servo della beatitudine, e mai non gli riuscirà vano il suo servizio, poichè con ciò giungerà bene, là dove ciascuno ecc. ».
34. col laires: per com lo laires, col - s di nominativo, come ernperaires per emperaire è concesso dalle Leys II, 166, v. Crescini, Man. LXXVI.
ib. l'estradiers: l'articolo ha qui funzione predicativa « quello da strada « e circa estradiers v. Diez, Wört.4 s. strada.
42. vostre cars fìls ecc.: altro esempio di attrazione, in cui vostre cars fìls passa in principio del periodo, come soggetto del verbo della proposizione principale sove, mentre realmente è soggetto della proposizione secondaria : com a Longi fon ecc. Questa è qui nel rapporto di nominativo, ossia fornisce al verbo impersonale sove il suo soggetto ; cfr. Diez, Gr. cit., III, 305. Inutile dire perchè aggiungo -s a car fil e lo sopprimo a Longis ; nota piuttosto che la particella pronominale enclitica en è pleonastica e non fa che anticipare il contenuto della proposizione secondaria.
43. leugiers: vale « facile, pronto » ; ed ho soppresso il -s che perdon aveva erroneamente nei codici, quasi per riflesso dell'aggettivo nominativo che gli segue.
45. non se taing... non venza : così propongo di emendare il verso, che, tal quale è nei mss., grammaticalmente non cammina troppo liscio. In tal modo il senso di tutta la strofa è chiaro : « Quando penso, o Madonna, ai miei peccati, è tanto il timore, che a mala pena oso invocare pietà ; però, quando mi sovviene che il vostro caro figlio perdonò a Longino, ecc. non si conviene che tosto non vinca il mio timore », cioè « bisogna che tosto vinca ilmio timore ».
46. complida: piena, cfr. « Miravilla ... complida De granz rasos » Sordello, XXXX, 25.
48. m'aleuge: 3.a pers. sing. del cong. pres. della 1.a conj. debole di aleugar con g palatina, in luogo di aleujar, Levy, Suppl. Wört.
49. qu'eu trairai lai: qu' pronome compl. oggetto. Traduco : « ch'io soffrirò là tanto gravi e tanto grandi che ecc. » Pel significato di traire cfr. Arnaut de Maruoill : « Mas la noit trac pejor trabalha » e « Domna, nous posc lo cente dir De las penas ni de la dolor Qu'eu trac, domna, per vostr'amor », Bartsch, Chr.4 96,39 e 98,9.
50. en dreg: pel suo valore vedi il v. 9, quindi : « rispetto al corpo, la morte non mi fa paura ». |