v. 5. Il Pelaez accoglie il testo dell'Appel daus lieis, c'ab pretz verai reignha, al quale dà una diversa interpunzione, sostituendo, certo a torto (cfr. Schultz-Gora, in «Zeischr. f. rom. Phil.», XXI, pag. 572, e Levy, in «Literaturblatt f. germ. u. rom. Phil»., XIX, col. 32), la virgola con un punto alla fine del verso; si noti che l'Appel scrive al v. 3 O·m. Ma i versi sia pure con quest'unica soluzione adottata, non forniscono un senso, che si adegui al contesto con chiara aderenza. La lezione di a1, a mio avviso, risolve la difficoltà: questo codice legge vaus lieis, c'ab pretz verai teignha (vaus con v- su correzione di d- espunto dal revisore). Nell' assumere la testimonianza di a1, bisogna naturalmente rifare la punteggiatura, secondo il nuovo significato, che s'allinea coerentemente con tutto lo sviluppo del passo.
v. 8. Anche qui, come sopra, la lezione di a1 dà il testo corretto; dun K (manca l'intero componimento in I; ed è da correggere dunque la svista relativa del Bertoni, I trov. d' It., pag. 428), e mi a1; il quale testo si potrebbe accogliere così com'è, senza alcuna modifica, intendendo en mi. Stimo tuttavia che sia preferibile la fusione delle due testimonianze, che spieghi e giustifichi la dinamica dell'errore di K. 11 più recente contributo di a1 rende superfluo l'emendamento dell'Appel (d'una), accolto dal Pelaez ed a lungo annotato dal Levy (ibid.).
v. 14. Il Pelaez crede di leggere mortz in K; in verità il testo del codice è pressocchè illegibile. L'Appel legge morir, come del resto d, copia di K.
v. 19. L'Appel legge viurai in K.
v. 38. Si potrebbe vantaggiosamente correggere qe'il in q'eu; ma non è indispensabile.
v. 42. L'Appel corregge liur'a maltraire; il Pelaez, secondo i codici, ha liur' ab maltraire, sollevando le obiezioni dello Schultz e del Levy (ibid.). Ma è proprio indispensabile la correzione?
v. 46. Invece di essere costretti ad inutili acrobazie per spiegare un testo intraducibile (cfr. il Levy, ibid., «Sie möge mich nicht von sich entfernen, wenn ich tresailan jetzt hierher nach Spanien gehe, wie (oder damit?) ich mich vorwäts bringe, mich fördere»), l'indizio di a1, trelailan, porta ad un emendamento molto probabile, trebailan, già intravisto dallo Schultz-Gora. Così s'appiana ogni difficoltà interpretativa.
v. 71. Non so dare un senso alla lezione dell'Appel, es ai pensar, sostenuta dallo Schultz-Gora (ibid.); il Levy si domanda: «Oder ist etwa E sai pens ar zu schreiben?» (ivi, col. 33). Preferisco il testo del Pelaez, intendendo sai come «oso».
v. 72. La lez. di K, quil e vuell, scorretta per senso e metrica, viene agevolmente emendata da quella di a1, deinhe e nueillen, che è senz'altro da accogliere, integrando nueillen con vuell di K (cfr. il Bertoni, Nuove correzioni ecc., cit., in «Rev. d. lang. rom.», LIII, pag. 99 e I trov. d' It., pag. 428; ma egli legge vueillen in a1). |