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Branciforti, F.. Le rime di Bonifacio Calvo. Catania: Università di Catania. Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia, 1955

[CdT en procés d'incorporació]

101,011a- Bonifaci Calvo

v. 18. Felicissima la correzione del Bertoni di mi den in nud'en, che si adatta perfettamente al tono realistico della parte sostenuta dallo Scotto nella tenzone.
 
vv. 25-28. Difficile rendere il senso -che pur mi sembra chiaro- dei versi provenzali. Il Bertoni traduce liberamente: «E soltanto al pensiero di divenire così infelice, io desidererei che mi fosse apparecchiato il sepolcro, che non potrei vivere più oltre». Ma rimembrar qui non significa «pensare», ma piuttosto «ricordare»e si riferisce al parlars e al vezers dei versi precedenti, cioè il poeta, quando fosse assalito dal ricordo di lei, sarebbe talmente tormentato dal desiderio insoddisfatto, che il sepolcro sarebbe già aperto per lui. Quindi non è il poeta a desiderare la morte, ma essa verrebbe da sè come conseguenza del male d'amore.
 
v. 39. La correzione dell'errore del codice, com (per spiegarlo, basta il riferimento alle voci simili dei tre versi precedenti) in no·m si deve al Bertoni. Il senso può rendersi anche con la forma impersonale.
 
v. 65. Non credo che sia necessario l'emendamento del Bertoni di mal in mas. Invece potrebbe intendersi ma·l.
 
v. 72 e 75. Ricostruzione ed interpretazione del Bertoni.

 

 

 

 

 

 

 

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