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Bertoni, Giulio. I trovatori minori di Genova. Dresden: Gesellschaft für Romanische Literatur, 1903

371,003- Perseval Doria

Questo componimento, per ciò che riguarda il suo schema, non ha compagno nella poesia di Provenza: onde si accresce anche per questo lato la difficoltà del testo.

v. 1. Felon cor ai et enic, Questi due aggettivi vanno di solito accoppiati nella lirica provenzale. Si cfr. L. Cig., 282, 22 (Monaci, Testi ant. prov., col. 93) str. III, ni fals, ni fellon, ni enic: Peire Cardenal (Appel, Chrest., n° 78, pp. 113-14), Clergues, qui vos chauzic, — ses fellon cor enic: Peire Vidal (Bartsch, IV), Alaman, trop vos dicVilan, felon, enic, ecc.

v. 5. mal e genzic. Il ms. legge : magenzic. Nei miei Studi ... sui trov. minori ho stampato m'agenzic con un punto d'interrogazione (pag. 50). Credevo allora, e non ho cessato del tutto ora di credere, a un possibile verbo: agenzicar; ma poiché nessun esempio m'è venuto fatto di trovare nella lingua occitanica di un siffatto verbo, ho pensato di correggere in qualche modo il manoscritto. Pensai dapprima che vi si dovesse nascondere un nome proprio p. es. un Aenric; poscia abbandonai quest'ipotesi. Dopo che il Torraca, ripubblicando questo componimento medesimo, congetturò che magenzic fosse da leggersi: mager afic (Torraca, Studi sulla lirica ital., cit., 211) io credetti di dovere ripudiare l'erroneo mager e sostituire a magenzic le parole mal e afic. La supposizione mi parve tuttavia ardita e mi rivolsi al prof. Chabaneau. Questi mi fece conoscere in limosino moderno la parola janzi (agacement) e allora non ho dubitato a stampare: mal e genzic. Ma se dicessi di sentirmi ben sicuro della lezione proposta, direi cosa non del tutto vera, ché sono pur sempre disposto a supporre in ant. provenzale il verbo agenzicar.

v. 14. fai. Il ms. legge san. Cfr. B.de Born, ediz. Thomas, p. 76, str. I, v. 3: Quar grans guerra fai d'escars senhor larc.

v. 21. el, pro e. gaiart. Qui devesi notare nel ms. la cattiva grafia los per li, la quale è tuttavia attestata storicamente. Diez, Gram.3, II, p. 33.

v. 26. engenh e art. Trovasi questa stessa frase in G. de Born; (Appel, Chrest., nº 22, p. 64).

v. 31. tarrail. Rimando più oltre al glossario.

v. 37. Mas Engles si van vanan. Nel ms. accanto a engles leggasi: espagniol, su cui è stata tirata una linea dallo stesso amanuense. È evidente che qui si allude alla politica della Chiesa in favore degli Inglesi quando Manfredi fu eletto re. Così si esprime il Lanzani, Storia dei Comuni cit., pag. 477. «... Il pontefice, mentre instava perché il vano e inetto Enrico d'Inghilterra si decidesse finalmente a sostener coll'armi l'imvestitura del regno meridionale concessa dalla Santa Sede al di lui figlio Edmondo, rinnovava l'anatema contro Manfredi».

v. 42. Granada. Non mi pare di poter accettare la ingegnosa ipotesi di C. Chabaneau: Gra[t] nada (Giorn. stor., XXXVI, 461). Si cfr. per l'allusione storica Hispaniae ... scriptores varii, T. II, pag. 590.

v. 55. Il Torraca (Op. cit, 213) legge: en Mieil-d'amor, riconoscendovi un senhal. Credo però si possa tenere la lezione del ms.

 

 

 

 

 

 

 

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