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Chiarini, Giorgio. Jaufre Rudel. L'amore di lontano. Roma: Carocci, 2003.

262,007- Jaufre Rudel de Blaja

1. esser chantaire. Letteralmente “esser cantore”; non, dunque, semplicemente cantare, ma cantare da professionista.
 
2. braire. Giustamente il Santangelo ha rifiutato l’emendamento laire «latri», di Bertoni e Jeanroy, che fra l’altro richiede necessariamente l’espunzione di de (deu) dal verso seguente; quanto alla lezione del codice, già ammessa dal Monaci, è stata accolta anche dal Pickens in quanto «suggesting a confusion of the word lairar, “to bray”». A conferma di braire si può adurre Peire d’Alvernia, Rossinhol, el seu repaire, v. 23, in rima con esser chantaire, v. 33.
 
3. deu. Correzione del Savj-Lopez; Pickens de qant «since» (blaire del v. precedente sarebbe «present subjunctive, third person singular»).
lo ver. Cosi Savj-Lopez, Santangelo e Pickens; Bertoni, invece, lo vivier, e Jeanroy los vergiers. Anche se tuzioristicamente si accetta lo ver (che nel contesto non soddisfa pienamente dal rispetto semantico), essendo il componimento davvero «un pastiche de Rudel» (Jeanroy), non si può tacere che è suggestivo l’emendamento proposto dal De Lollis, lo riu (cfr. VI. 5).
 
5. qant. Integrazione di Jeanroy; Pickens, invece qe. Non soddisfacente quella del Santangelo (gen dopo tot), malgrado il riferimento al luogo rudeliano citato alla nota precedente.
mesclat. Ottimo emendamento del Bertoni.
 
7. e·l. Emendamento del Bertoni.
rozal. Forse meglio, col Savj-Lopez, rozals; Bertoni, seguito da Jeanroy, rozatz, a causa dell’erronea lettura rozat.
 
8. blan. Correzione di Jeanroy; inverosimile l’ipotesi del Santangelo, accolta dal Pickens, che lan del codice possa essere «l’avverbio di luogo la con in più la n mobile analogica».
 
10. aus. Correzione opportuna del Savj-Lopez, accolta da Jeanroy, anche a norma del v. 12.
 
11. faire. Correzione proposta dal Savj-Lopez e dal De Lollis.
 
13. ar. Correzione del Savj-Lopez.
 
14. mirat. Bertoni e Jeanroy corressero inopportunamente in intrat; il ritorno alla lezione del codice è stato propugnato e persuasivamente motivato dal Santangelo.
 
15. fat. Correzione del Bertoni, opportuna dal rispetto semantico quanto indispensabile da quello metrico: stupisce pertanto l’inopinata difesa della lezione del codice da parte del Pickens («fat is gratouitous, while the meaning of asatz is appropriate»). Al contrario fat è necessario perché drut non è di per sé necessariamente connotato in un senso disonesto nell’uso trobadorico, ciò che invece accadrà più tardi: ancora Dante applica il termine a San Domenico in Par. XII, 55; viceversa irrilevante è la dimensione quantitativa del fenomeno.
 
16. ab engan. Correzione del Bertoni.
 
18. amor. Forse meglio amors, col Bertoni (cfr. il caso analogo al v. 7); non certo Amors (Jeanroy), perché cui è in «funzione di genitivo» (Santangelo).
 
21. l’ause·l. Correzione del Savj-Lopez.
drechar. Lezione opportunamente ripristinata dal Santangelo, dopo che Jeanroy l’aveva mutata in tochar.
 
26. tan. Lezione opportunamente ripristinata dal Santangelo, dopo che Bertoni e Jeanroy l’avevano mutata in can (cfr. v. 35).
 
27. q’en. Correzione del Savj-Lopez.
l’enclauza. Correzione del De Lollis.
 
28. n’irai. Jeanroy m’irai.
 
32. L’espunzione di e, metricamente indispensabile, è rifiutata dal Pickens perché nel codice analoga ipermetria si trova al v. 41.
 
36. jauza. Correzione del Savj-Lopez; immotivate tutte le altre correzioni: qe ja de leis no men jauza (Bertoni, Jeanroy), ni ja ren, de leis nien jauza (Santangelo), ja ren de leis [no] me·n jauza (Pickens).
 
37. vol. Corretto dal Bertoni in val.
 
39. amara. Correzione del Bertoni.
 
41. mandamen. Correzione di Jeanroy; Bertoni, invece, espunse q’eu. Pickens conserva anche qui la lezione del codice (cfr. v. 32), considerando che «it is almost just as reasonable to suggest that the corresponding lines in the first three strophes may be, by accident, hypometric in the manuscript».
 
43. retener. Corretto da Santangelo in tener.
 
45. q’autres i. Bertoni q’autres li, Jeanroy q’atressi, Santangelo q’autre si, Pickens q’autresi.
menta. Corretto in l’auza da Jeanroy «per riavere la rima corrispondente delle stanze precedenti, senza badare che l’ultima stanza non è unisonante con le prime quattro» (Santangelo).

 

 

 

 

 

 

 

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