I. Ira e dolore si son posti nel mio cuore, sì che per poco non ne muoio in quest'istante, a meno ch'io non lasci (metta giù) la croce che avevo presa ad honore di Colui che fu messo in croce, chè la croce nè la fede in Cristo (la legge) non mi valgono ne mi guidano contro i Turchi felloni, che Dio li maledica ; anzi pare, a quanto si può vedere, che Dio vuol proteggerli a nostro danno.
II. Di primo colpo hanno conquistata Cesarea e hanno preso per violenza il forte castello d'Arsuf. Ahi! Signore Iddio, e quale strada hanno presa tanti cavalieri, tanti soldati, tanti borghesi che si trovavano entro le mura di Arsuf? Ahi, lasso! il regno di Siria ha avuto tante perdite che, chi ne vuol dire il vero, per sempre sarà diminuito di potere!
III. Dunque, è ben folle colui che muove lotta ai Turchi dal momento che Dio non li contrasta in nulla, ch'essi hanno vinto e vincono (e ciò mi addolora) Francesi e Tartari, Armeni e Persiani, e qui ci battono tutti i giorni perchè Dio dorme, che soleva vegliare, e Maometto opera di tutte le sue forze e fa operare „El Melik-ed-Daher” (cioè Bibars).
IV. E non mi pare che per tanto egli (Bibars) si ricreda; anzi ha giurato e detto palesemente che nessun uomo che creda in Cristo non resterà, s'egli può, in questo paese. Prima di tutto egli farà una moschea del monastero di Santa Maria. E poichè ciò piace al figlio di Maria, che dovrebbe averne dolore, ed è questo ch'egli vuole, ben deve piacere anche a noi.
V. Il papa concede indulgenze con grande larghezza, contro gli Italiani, a Carlo d'Angiò e ai Francesi e qua, per noi, mostra grande cupidigia, chè dà indulgenze ai nostri crociati, per danaro. E se vi ha chi vuole sacrificare Gerusalemme per la guerra in Italia, il nostro legato darà il potere di farlo, dal momento che essi vendono Dio e le indulgenze per avere.
VI. Signori Francesi, Alessandria ci ha danneggiato più dell’Italia, perchè i Turchi ci hanno qui oppressi, presi, vinti e venduti per danaro.