I. Avevo lasciato completamente di cantare finchè oggi vedo che l’inverno è passato e vedo per verzieri e per prati i fiori e l'erba riverdire e [odo] gli uccelli gridare e cantare; per che mi sono un poco rallegrato e poichè al mio fin cuore aggrada che io canti, mi proverò a far versi di ciò di cui il mio cuore si è compiaciuto, chè buona cosa sarà ormai cantare.
II. Ma tanto sono pensoso e smarrito che non so che cosa mi dico nè che cosa mi faccio. Domandate come? Voglio che ciò sappiate, giacchè volete udirlo. Ora è ben grave peso a soffrire quello dei ricchi croi danarosi rinnegati, che io vedo saliti nel più alto grado, dove i poveri d'avere, ma leali e veraci, dovrebbero stare. — Folle, che dici? — Per cui avviene, io ve lo dirò.
III. Me lo farete dire contro voglia, ma non posso altrimenti tanto sono adirato; chè quelle, (per cui è decaduto il pregio e l'allegrezza e la grazia sono fatte morire, e amore e gioia vengono a mancare) hanno messo in disdegno i pregiati e accolgono quelli cui loro aggrada, e i valenti non ne sono punto contenti, perchè allorquando ne hanno accolto malamente le proposte... Via, non voglio dire altro, ma sta male.
IV. Ah, donne, come è distrutto il pregio, e con il pregio la gioia, il piacere e il sollazzo, dal momento che non fate ciò che dovreste fare, mentre potreste raggentilire il mondo, amare, onorare e accogliere quelli, in cui sono sincere bontà, in modo da non esserne riprese, e scacciare quelli che lo meritano [a cui spetta d'essere cacciati], poichè ben si conviene che sia vilipeso colui, che non ha nessuna bontà (colui, verso cui nessuna bontà si trae).
V. E così sarebbe il mondo migliorato e il vostro pregio innalzato ed elevato, poichè per mezzo delle vostre fini bellezze potreste raggentilire tutto il mondo. E noi vedremo farsi molti ricchi tornei e la gioia d'amore sarebbe esaltata. Ciò farebbero i valenti, questo so, e le vostre virtù ne sarebbero celebrate da lungi e da presso, di qua e di là.
VI. Mio canto, va rapido e garbato e fatti udire da per tutto, chè sarai cantato in tale luogo, dove mi farai amare e gradire, e in tale, per vero ciò posso dire, dove sarò offeso e biasimato, e ti sarà data tal sorte, per che mi aggrada molto che così ti accada, chè dai prodi sarai accolto e ti vorranno male i malvagi.
VII. Portatemi questo nuovo canto, o signor Elia, là dove dimora bellezza con gioia e con fino e verace pregio, verso Este a donna Beatrice, al «Mio Ristoro» laddove sta.