I. [Guiraut]. Signor don Jordan, se in uno stesso giorno Livernos e Lautrec vi ingiungono di andare da loro solo per vederli, a quale obbedireste? E che sappiano da entrambe le parti dove vi dirigete. E allo stesso modo a messer Raymon Izarn donna Marchesa e donna Saissa la nobile; e a messer Paulet il valente re don Alfonso e colui che tiene la Puglia in sua balia con animo di liberalità; ciascuno faccia la scelta.
II. [Jordan]. Non mi sono mai allontanato da Livernos, Guiraut Riquier, anzi lo vedo sempre, per cui mi dirigerò pieno di desiderio a Lautrec per vedere colei in cui la gioia si lega col pregio; e la voglio vedere, perché, se non vedessi presto la sua bellezza e le sue maniere piacevoli, non mi riterrei un vero innamorato, dal momento che con bei motti lega e slega gentilmente e insegna, se uno prima non sapesse nulla.
III. [R. Izarn]. Guiraut Riquier, mai Guiraudet lo Ros fu tormentato in tal modo dalla sua dama come io lo sono dalla più gentile che mai sia esistita, e non ne sa niente, se non avesse conosciuto questa sofferenza; e vedrei volentieri Marchesa, se la potessi vedere salvando il suo onore; perché donna Saisa, sebbene abbia bella risposta e parli gentilmente, non mi piace né potrebbe piacermi tanto come Marchesa, che è senza pari in gentilezza.
IV. [Paulet]. Guiraut Riquier, certo non mi preoccupa scegliere subito in questa questione; e voglio vedere l'onorato e insigne re di Puglia, che sottomette il falso clero, perché ho sentito dire che egli vale senza inganni; giacché in un'altra occasione ho visto colui che nacque in buon'ora, il i valente re cui appartiene il León. E un'altra volta proponetemi un'alternativa in materia d'amore, non certo di giulleria.
V. [Guiraut]. Signor don Jordan, avete scelto a mia guisa, d'altra parte Raimon Izarn sostiene compiutamente ciò che dice; e se è innamorato così come io sono, messer Paulet, non gli sia gravoso se gli ho proposto una scelta che vorrei per me.