I. Secondo ragione, io non debbo lasciarmi sopraffare dall'angoscia mentre voglio far un sirventese o due, chè i ricchi giovani, pei quali nasce la malvagità, me ne dànno l'idea, per essere essi discesi d'alto in basso, e non mi vale punto esortarli o pregarli, perchè non sian trovati fuori della retta via comune. Chi ne trovasse, su cento, due perfetti, potrebbe, se davvero li trovasse, rasserenarmi.
II. Ricchi giovani malvagi, poichè vedete che vale più dare che tenere, vi rendete veramente fastidiosi essendo così avari e cupidi; chè non vi è uno [che si rechi da voi] che non finisca per lasciar tutto e che non parta con più di una tela, la tela dell'involto [con cui era venuto]. Ma ricordatevi almeno d'una cosa, che [di fronte all'eternità] non vale quaggiù nè tesoro, nè capitale, nè torre, nè castello, nè palazzo, nè gioielli.
III. Per la sua liberalità, Alessandro conquistò Edessa e per la sua avarizia Dario perdette la battaglia, il cui successo gli fu sottratto appunto dall'avarizia, la quale gli fece abbandonare la sua gente e i suoi baroni. E per la sua liberalità, Carlo conquistò Baviera e per avarizia fu morto Andronico il falso; che giammai per ragione della loro generosità non ebbero male i principi, ma per causa dell'avarizia nascono per essi danno e povertà.