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Italiano
Giulio Bertoni

I. Se il mio canto fosse allegro e gioioso, so che meglio e più sarebbe gradito; ond'io aveva intenzione di cantar d'amore, ma ora me ne sono distolto perchè mal può ispirare il suo canto alla gioia chi è afflitto. Epperò muto il mio canto in lamentazioni e mi maraviglio che alcuno, il quale appartenga per religione e fede alla cristianità, possa essere gioioso, che ognuno può udire i pianti, i lamenti e le invocazioni a proposito del Sepolcro, ma non trova aiuto.
 
II. Gerusalemme è luogo abbandonato. E sapete perchè? Perchè la pace vi manca, mentre Gerusalemme significa, secondo la vera allegoria, «visione di pace»; ma la guerra dei due gran coronati ha cacciata la tranquillità di là e d'altrove, ed essi non danno indizio di voler la pace. Io non dico a quale dei due spetti la colpa; ma Dio voglia inspirare migliori intenzioni o dare subito la morte a quello, di questi due grandi signori, che è colpevole.
 
III. Grande è il duolo per i cavalieri che sono morti in Soria e anche maggiore sarebbe se non sapessimo che ora sono presso Dio; ma io non vedo che questi altri cavalieri siano fatti ardimentosi a conquistare le sante eredità. Ah, cavalieri, avete paura di morte? Se i Turchi fuggissero l'insegna di Cristo, fossero pur tanti quanti i corvi in Sardegna, allora credo che troverebbero molti inseguitori; ma, invece, non si muovono, e bisogna convenire che chi non si muove mostra di avere nel proprio paese ben pochi invasori.
 
IV. Se il re di Francia non fosse convinto della necessità di questo soccorso, e sarei maravigliato, avendo egli ottenuto da Dio una così grande signoria; ma se deve darlo, lo dia presto, questo soccorso, perchè il dono non consegue effetto quando è troppo ritardato. Anche il re inglese abbia a cuore questo aiuto e si ricordi del valente re Riccardo e passi il mare con forze armate e non s'infinga, perchè gli amici falsi e i veri si conoscono nelle maggiori disavventure.
 
V. Passerebbe interamente in Terra Santa la cavalleria degli Alamanni, s'io fossi alla loro testa, e non scuserei punto gli Spagnuoli, sebbene essi abbiano, in confronto coi malvagi Saraceni, il pregio di non aver punto diroccato il sepolcro, dove Dio giacque e ne risorse. Ben mi maraviglio che ci si faccia il segno della croce, quando nessuno ha l'animo di proteggerla, questa croce, e mi sorprende donde mai nasca tanta cecità, che non si distinguono le onte dagli onori.
 
VI. Conte Provenzale, subito sarebbe liberato il sepolcro se i vostri mezzi corrispondessero all'alto pregio, che inspira i vostri atti, poichè amate Dio e onorate i buoni e vi conducete in ogni cosa secondo il diritto e grazie a voi è ancor vivo il valore; ma non ho cuore di troppo sollecitarvi a mettervi in viaggio, perchè è necessario che al di qua del mare la chiesa sia difesa, grazie al vostro valore, contro i suoi guerreggiatori. Non si trovano Turchi, al di là del mare, che siano peggiori [dei nemici di qui].
 
VII. O pontefice, io credo utile che facciate pace o guerra, la quale sia di profitto, perchè se continuate sempre a battere la stessa strada, il santo sepolcro non sarà risollevato per voi.
 
VIII. Imperatore, sovvenitevi di dare soccorso, perchè Dio, grazie al quale ogni re regna, lo domanda e fate pace di qua e date aiuto di là, giacchè [ricordatevelo] la morte e più potente degli imperatori.

 

 

 

 

 

 

 

 

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