I. [Guiraut]. Conte d'Astarac, starete chiuso in una torre con la più bella dama che si possa scegliere al mondo per un'intero anno senza uscire, amandola di buon grado profondamente, ma odiato da lei, oppure sarete amato, ma la odierete. Quindi senza pregiudizio, bisogna che scegliate una parte.
II. [Conte d'Astarac]. Guiraut, mi avete proposto un'alternativa dolorosa, per la quale sono in pensiero; perciò io scelgo il meno peggio e preferisco] onorarla e servirla, anche se è scontrosa, che essere desiderato da lei, perché ne sarei biasimato da Amore se fossi verso di lei disonorevolmente fellone, più che se fosse lasciata per un'altra, o se le procurassi un rude piacere.
III. [Guiraut]. Signor conte, difficilmente può rendere onore l'uomo a ciò che lo odia; là ne vivrete con tristezza doppia morendo senza vivere e senza morire nel peggior stato, amando colei che è fellona, sappiatelo, mentre vi farebbe assai meno male se teneste in pegno il suo cuore, anche se a causa di ciò la dovreste odiare, perché poco nuoce amando non amato.
IV. [Conte d'Astarac]. Vi ho lasciato il peggior partito, Guiraut, se ne volete riconoscere la verità, perché vivrete tanto smarrito, dal momento che non vi può piacere né lei né niente di ciò che dice: anzi, poiché il vederla vi dispiace, conviene che stiate tutto il giorno con gli occhi chiusi. Ed io con allegria la servirò del tutto in pace, perché credo che me ne sarà dato meno affanno.
V. [Guiraut]. Avete il maggiore degli affanni, signor conte, col peggior languore, perché servite colei che vi tiene con disonore e le fate peggio che ucciderla; entrambi percorrete una strada breve tutto l'anno, e poiché la tormentate, agite peggio che se l'uccideste, tanto che potrebbe pensare di essere con un serpente di boscaglia. Dunque ne avreste meno male se vi amasse, dal momento che non sareste per lei tanto malvagio.
VI. [Conte d'Astarac]. Guiraut, vi considero uno sciocco difensore del fatto che a lei si imponga il martirio, perché voi sosterrete la malinconia ed il dolore che le fate soffrire, dal momento che con atteggiamento scortese starete accanto a lei così in intimità da sembrare maleducato e senza alcuna nobiltà; ed io sono tutto il giorno suo intimo, per cui ne ho il male minore, sappiatelo.
VII. [Guiraut]. Signore, vi fuorviate un poco, perché non potete essere suo intimo, talmente è piena di rancore verso di voi; e prego che ci giudichi riguardo a ciò l'assennato signor dell'Isola, se vuole.
VIII. [Conte d'Astarac]. Guiraut, spesso sarò comandato per le sue necessità, secondo quanto avete stabilito, poiché non abbiamo valletto; e ben voglio che ci giudichi prontamente il mio signore Jordan, che è onorato.