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009,021

Italiano
V. De Bartholomaeis

I. Tanto è onorevole la signoria di amore che non vi ha il suo posto niuna cattiva usanza; e poiché il signor Alberto è selvaggio con le donne, non si conviene che un uomo falso [come lui] rimanga fra loro. Io fui e sono il loro fedele messaggero ed esaltai il loro pregio e il loro valore, e non vi trovo né pene né danni, anzi mi tengo onorato di cantare per loro amore.

II. Giammai il signor Alberto deve cantare di amica, perché ha rinnegato ogni cortesia. E siccome chiama bugiarde le donne, ben lo si dovrebbe impiccare come traditore; e vi dico bene che, se avessi io la forza [di far ciò] egli non avrebbe nessun nemico peggiore [di me]. Non è prode un uomo, se non ha fiducia in donna, ma [é] vile, se ritiene ciò una gran follia.

III. L’amore di esse è buono e non fa danno: infatti, se primieramente fallí Eva, la Madre di Dio ci fece [poscia] pace e tregua, e perciò noi non siamo peccatori; anzi è tanto valoroso ciascuno che s’accorda con loro che, fra’ buoni, lo si ritiene per il migliore. Chi le biasima non sa che Amore eleva, onde non si conviene che ne abbia piú dolore.

IV. E poiché parla di duchessa o di regina che gli facessero grazia del loro amore, ne lo punisca la prode Contessa fina di Provenza, in cui è tanto valore. La bella donna Agnesina di Saluzzo ne faccia querela al suo intenditore; la contessa Beatrice sua cugina lo veda cangiar colore.

V. Se la Selvaggia di Oramala è tanto prode quanto dice il signor Alberto, non avverrà mai che alla sua corte non se lo tenga a vergogna o a danno; e, se quind’innanzi [Alberto] vede lei o sua sorella e [queste] non lo fanno ruzzolare giú per una scala, non sono figliuole del signor Corrado, il suo signore! Perché colui che il loro amore ferirà sotto l’ala ne deve avere ardimento e paura.

VI. Epperò, se lo vede la prode signora di Massa, colei che ogni giorno piú acquista ed ammassa pregio, e non lo batte sino alla stanchezza, Iddio non le salvi il suo leale amatore, e non sia a lungo fresca e florida e non tenga il suo amico in allegria; perché [il batterlo] è gioia che supera ogni altra gioia di questo mondo, e con dolcezza maggiore.

VII. Per [vendetta delle] altre e per la prode Contessa del Carretto, voglio che sia signora del signor Albertetto una vecchia serva di uomo di vil condizione, giacché ha detto male di loro; e se egli ha una donna fra le donne di valore, e [costei] non pensa male [di lui], vada a starsene altrove; non si conviene che qualcuna gli presti d’inverno la sua vile coperta.

VIII. Donne, fategli tutte dono e promessa di ogni male, poiché ha detto male di Amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

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