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Italiano
V. De Bartholomaeis

I. Se altri sapesse provvedere [a’ propri bisogni] prima e non dopo che si è verificato il danno, nessuno sarebbe sorpreso [dal sopraggiungere di questo danno]. Dunque, perché ciascuno tarda e si esime dal servire quel Signore che volle soffrir morte e pena per noi? Perciò altri non deve tardare nel far del bene, perché dopo la morte il provvedere non vale.

II. Non val punto, dopo che altri ha patito il danno; purtroppo sanno ben fare il proprio danno i conti, i re, i baroni e i marchesi che si distruggono l’un l’altro col guerreggiarsi. Cosí faranno perire la Cristianità! Essi dovrebbero piuttosto uccidere Turchi e pagani e ricuperare il santo Luogo, Gerusalemme, e conquistare il Cairo! 

III. Nel Cairo Arabi e Persiani, Curdi e Turchi sono presi da paura. Mai paese fu conquistato così facilmente come sarebbe quello: essi già temono ciò, perché senza dubbio han trovato, nei loro sortilegî, che i Cristiani devono venire addosso a loro e conquistare e disfare la loro terra. Ora il termine è giunto, a mio avviso.

IV. Mi è avviso che niuno sappia esser sí eloquente da poter descrivere i grandi onori, le ricchezze e i beneficî che avranno coloro che passeranno di là. Dunque, poiché si mostrano pavidi i malvagi potenti che [invece] dovrebbero rallegrarsi e correre a gara al passaggio, sicché potesse volgersi in bene il male che essi fanno?

V. Io voglio esporre a’ Crociati che vanno di là qual è il giusto itinerario: attraverso l’Ungheria, in terra de’ Greci; non vi troveranno già nessuna opposizione e porteranno soccorso a colei nella quale Iddio voile riunire tutte le bontà, si che le si deve esser grati: l’imperatrice Iolanda che con pena occupa il luogo di cui fu imperatore Emanuele.

VI. Imperatore Federico, io vi faccio sapere che si è messo a fare il proprio danno un vassallo, quando ha promesso al suo signore ciò in cui poi gli vien meno nel momento del grande bisogno. Ond’io, con questo canto, vi voglio pregare e dire che passiate là dove Gesú voile morire e non gli siate mendace in questo [momento di] bisogno, però che il padre non deve aspettare il figlio.

VII. Marchese Guglielmo, l’ozio e il sonno di Monferrato non volete punto lasciare? Tardi vendicherete la morte di vostro padre e il diseredare che si fa di vostro fratello!

VIII. Altri può ben chiamarvi cattivo figlio di padre buono: ciò mi pesa fortemente, ma non posso fare altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

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