I. Mi sforzerò di cantare, ché il tempo viene e va, e rimane la promessa; quando è grande lo smarrimento, allora Iddio tosto viene a difenderci. — Sicuri siamo, signori, e fiduciosi di possente soccorso!
II. Possente soccorso avremo — ho fiducia in Dio — col quale vinceremo quelli di Francia; di un’armata che non teme Dio, Dio prende tosto vendetta. — Sicuri siamo, signori &c.
III. Un tale si accinge a venire con una falsa crociata; ma se ne dovrà fuggire senza [avere avuto il tempo di accendere i] fuochi di bivacco; ché vincere tutta una truppa è facile, purché si colpisca bene. — Sicuri siamo, signori &c.
IV. Con gli Aragonesi ho perduto il mio sforzo e il mio sirventese, e [cosí pure] co’ Catalani; il Re, che è giovane, non trova chi lo inciti. — Sicuri siamo, signori &c.
V. Se Federico, che è re di Allemagna, soffre che Luigi spezzi il suo Impero, ben sarà irritato il Re d’Inghilterra. — Sicuri siamo, signori &c.
VI. Al Sepolcro han tolto il soccorso e la forza coloro che han rivolta la croce, [=han voltato contro di noi il voto fatto per Terrasanta] e ciò è eresia; i falsi ignoranti sciocchi vedran male Argenza! [=godranno male il danaro cosí acquistato]. — Sicuri siamo, signori &c.
VII. I vescovi perfidi non si curano guari se va in perdizione il santo Vaso dove fu il nostro Padre, quando mosse dal deserto; essi preferiscono Beaucaire. — Sicuri siamo, signori &c.
VIII. Il nostro cardinale si riposa, baratta e abita in belle case; che Iddio ne lo abbatta! Ma poco sente il danno di Damiata. — Sicuri siamo, signori &c.
IX. Quanto ad Avignone, mi pare che punto si scoraggi, tanto vediamo star salda la sua grande prodezza e tutte le sue cose; male abbia colui a cui ciò pesa! — Sicuri siamo, signori &c.