I. «Ditemi se è vero ciò che si va bucinando, Sordello, che voi sogliate prendere in dono la roba d’altri».
«Giovanni, non soglio rifiutare il piacere che mi dà la moglie altrui».
«Sordello, è la povertà che vi conduce a fare il giullare; ciò si va dicendo».
«Giovanni, non faccio il giullare se non per dir bene della mia amica».
II. «Una volta che non siete giullare, Sordello, come va che già prendeste delle stoffe dal Marchese?»
«Giovanni, io non le presi per altro scopo che per accrescere gli abiti di un giullare».
«Sordello, voi ne accresceste un tale giullare che io so che vi segue notte e giorno».
«Giovanni, io sono cortese per amore e da Cunizza ricevo doni a scelta».
III. «Sordello, io non vi vedo donar niente, ma vi vedo chiedere e pregare».
«Giovanni, in voi io trovo un giullare assai noioso, non ve lo posso nascondere».
«Sordello, il vostro mendicare è molto biasimato in Lombardia».
«Giovanni, non oso accusarvi d’inganno e di fellonia».
IV. «Sordello, voi rispondete molto bene alla maniera di giullare consumato».
«Giovanni, io vi rispondo con buona grazia, se c’è chi mi ascolti con altrettanta buona grazia».
«Sordello, voi trovate moglie molto alla svelta e io non so punto come ciò sia».
«Giovanni, che colei di cui sono innamorato mi ami, e io non voglio in ciò aver compagni».