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Italiano
V. De Bartholomaeis

I. Se per l’innanzi ho composto versi e canzoni, ora voglio comporre delle parole senza melodia, giacché una donna mi muove un’accusa la quale mi sconcerta e mi turba. Ella mi prega e mi dice, sotto forma di raccomandazione, di abbandonare galanteria e canto, perché sono troppo vecchio per darmi l’aria di amoroso. Ma, se ella avesse attentamente indagato

II. le mie abitudini, credo che non mi avrebbe detto ciù; perché almeno l’animo c’è: infatti io so distinguere mali e beni, cose da saggi e cose da folli. So esser grato e rimeritare chi mi onora e mi benefica; ricompensare il bene col bene e, allorché ci sono costretto, il male col male.

III. Dippiú, so fare un’altra cosa: so farmi tener caro da’ buoni e temere da’ malvagi: tanto sono sottile e astuto. Ben posso andare e venire, durare affanno e lungo riposo, e, al bisogno, sopportare caldo e freddo; tanto bene sono apparecchiato a tutto.

IV. So, tra la gente meglio educata, intrattenermi con parole garbate; però non [tratto] ugualmente con tutti, giacché in società è bene serbar misura. A gentildonne so ben parlare e dire ciò che si conviene; quando poi dico o rispondo, mi guardo dal dir cosa che possa essermi rimproverata.

V. Se nasce e ingrossa una gran guerra, posso armarmi afifatto da me solo, in guisa che non mi manchi nemmeno una correggia; poi monto a cavallo tutto armato. E, quando sono montato sul destriero, lo sprono e lo frusto si da farlo forte e corridore; quando poi è bene ammaestrato

VI. e io vi sto di sopra armato, mi pare che nemmeno Ettore o Tideo [ovvero Galvano o Artú] facessero due giostre, al momento opportuno, come le faccio io. Io ho forati tanti scudi con la mia lancia, [tanti altri] ne ho spaccati per mezzo; abbatto e sono abbattuto; ma, se cado, subito mi rialzo.

VII. Né crediate che stia troppo a tornare in battaglia; io combatto meglio il giorno dopo che il giorno prima, se ciò vi piace. Sostengo la battaglia lo stesso: con la mazza vibro colpi cosi duri che il rumore si fa spaventoso quando si scontrano gli scudi.

VIII. E siccome in battaglia me la cavo bene, e posso e so bene battermi, di guisa che piú combatto e piú ciò mi piace, cosí assai ingiustamente son chiamato vecchio. Se la donna combattesse con me a cavallo o a piedi, e mi provasse in battaglia, ella poi ben mi terrebbe per forte e ardito.

IX. Messaggero, porta il mio favolello nella Marca, là al signor Sordello, affinché ne pronunci un giudizio nuovo e leale, cosí come è suo costume, sí che io ne sia discolpato.

 

 

 

 

 

 

 

 

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