I. Quando Amore trovò il mio cuore separato dal pensiero di lui, mi assalse con una tenzone; potete udire come: «Amico Peirol, [mi disse,] fate male con l’andarvi allontanando da me; e poiché [ormai] la vostra intenzione non sarà più verso di me e verso il canto, vogliate dire: quanto voi varrete di poi?».
II. «Amore, vi ho servito tanto e non vi prende affatto pietà [di me]; voi sapete quanto poco ne ho avuto di godimento; non vi accuso di nulla, sol che quindinnanzi mi facciate [vivere con voi] in buona pace; altro non vi domando; ché niun altro guiderdone mi può essere tanto piacevole».
III. «Peirol, mettete voi in oblio la buona donna valente che vi accolse tanto gentilmente e tanto amorosamente sol per mio comando? Avete un animo troppo leggiero! Non ne avevate l’aria; tanto eravate gaio ed amoroso nelle vostre canzoni!».
IV. «Amore, giammai venni meno, ma ora vengo meno per forza; e prego Iddio Gesù che mi guidi e che porti presto accordo fra’ re, ché il soccorso [a Corrado in Siria] troppo ritarda, mentre ci sarebbe gran bisogno «che il Marchese valente e prode avesse maggior numero di compagni».
V. «Peirol, né i Turchi né gli Arabi lasceranno, per le ostilità vostre, la Torre di Davide; vi do un consiglio buono e gentile: fate all’amore e cantate spesso. Andrete voi, una volta che non vanno i re? Vedete le guerre che fanno e guardate come i baroni trovano pretesti».
VI. «Amore, se i re non vanno, del Delfino [d’Alvernia] questo vi dico: né per guerra [ch’egli abbia] né per voi rimarrà [in patria], tanto è prode».
VII. «Peirol, molti amici si allontaneranno piangendo dalle loro amiche, ché, se non ci fosse il Saladino, rimarrebbero qui gioiosi».