I. Di fare un sirventese è mio proposito, tale che possa dirlo in breve e presto: il nostro Imperatore va adunando gran gente. Lombardi, ben guardatevi che non diveniate peggio che schiavi, se non state saldi!
II. Di prendere il suo avere [Dell’accettare i doni suoi] non vi mostrate desiderosi; per farvi contendere fra di voi egli non risparmierà [ogni mezzo]; se poi vi fa imprigionare, il suo avere vi sarà amaro! — Lombardi, ben guardatevi.
III. Vi sovvenga de’ valenti baroni di Puglia; essi non hanno [più] cosa ch’ [egli] possa toglier [loro], all’infuori delle loro case; badate che non avvenga altrettanto di voi! — Lombardi, ben guardatevi.
IV. La gente d’Allemagna non vogliate amare, nè usare in loro compagnia, ché il mio cuore se ne duole a causa del loro usar modi brutali. — Lombardi, ben guardatevi.
V. Ranocchie sembrano nel dire: broder, guaz; latrano, quando si adunano, come cani arrabbiati. Non vogliate che vengano! Da voi allontanateli! — Lombardi, ben guardatevi.
VI. Dio protegga la Lombardia, Bologna e Milano e la loro compagnia, Brescia e il Mantovano, ché [neppur] uno di loro sia servo, e i buoni Marchesani [della Marca Trivigiana]. — Lombardi, ben guardatevi.
VII. Dio salvi in Sardegna il mio Malgrado-di-tutti, che gentilmente vive e si comporta e vale sopra tutti; uno tanto liberale non c’è tra coloro che si fanno il segno della croce, di nessuna lingua. — Lombardi, ben guardatevi.
VIII. Sail-d’Agaiz, ben mi piace che gentilmente vi conduciate, Veronese onorato, e che così fermo stiate. — Lombardi, ben guardatevi.